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Tornei di poker live: dall'Accumulator ai Freezeout un percorso comunque virtuoso

28 luglio 2014 - 07:26

Vuoi vedere che gira che ti rigira non andremo sempre di più verso tornei short stack con il ritorno della modalità freezeout? Il dubbio che qualcosa stesse andando verso questa direzione l'avevamo avuto già tanti mesi fa.

Scritto da Cesare Antonini
Tornei di poker live: dall'Accumulator ai Freezeout un percorso comunque virtuoso

Parliamo di ottobre 2013 e abbiamo anche i testimoni in quel fine serata alle Pls Saint Vincent dove, con Roccoge, Mimmo Battaglia e Supermet, si parlava di strutture e tornei. Poi ne abbiamo parlato anche con Giorgio Silvestrin e Antonio Scalzi alle ultime Wsop. Io avevo una curiosità: in quel momento dominava la formula accumulator ma possibile invece che i migliori tornei fossero quelli delle Series di Las Vegas? Meno Chips o comunque il giusto, modalità freezout dentro o fuori e tutti a premi addirittura passato il taglio del day1, olè? Ok forse la struttura dei 1.000 o dei 1.500 dollari è per certi versi esagerata e anche alle Wsop il successo del Monster Stack ha fatto capire che i giocatori qualche chips in più davanti la vogliono. Ma senza esagerare. La speranza è di non vedere più i 100mila chips o gli 80mila di qualche tempo fa. Fermo restando che se si sa giocare a poker si sa gestire qualsiasi stack in qualsiasi struttura. Se poi vogliamo discutere di abilità dobbiamo rimanere della convinzione che l'Accumulator sia la formula che favorisce il buon gioco e offre comunque l'opportunità di abbattere la varianza del singolo torneo anche se dal vivo tre day1 possono essere sempre pochi rispetto al volume di mani che si giocano. Ma al netto di spese e tempo che gli amatori e i pro possono dedicare ai live è quella la formula ideale.

 

I risultati dell'Ipt tornato alla modalità freezout e buy in 1.100 euro senza neanche rebuy, ha offerto ottimo numeri con 363 iscritti e nel periodo post Wsop e in piene ferie estive. Non possiamo che rimpiangere i 2.200 euro con field tra i 300 e i 450 iscritti ma se guardiamo ai Paesi vicini come Francia e Spagna o agli Eureka Poker Tour e altri tornei anche nelle regioni anglosassoni, non possiamo lamentarci. I tempi sono cambiati e i prodotti si evolvono. Non staremo qui a banalizzare su crisi e altre menate. Diciamo solo che il maggior torneo d'Italia ha subìto un'evoluzione, ha fatto un percorso e ha anche sperimentato un poker diverso che nessun altro forse avrebbe avuto il coraggio di fare e portare avanti. Alla fine ha comunque ascoltato le esigenze dei players e non è un fatto irrilevante, anzi.
Ora, dopo tanti giri e voli pindarici, ci aspettiamo che si giochi a poker e basta, nella speranza di trovare un equilibrio per tutto il settore e tornare a vivere i periodi migliori. Vabbé fateci anche sognare un po' dai.

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