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Poker e sponsor extra settore: il boom all'estero e il fallimento italiano

11 agosto 2014 - 07:55

Passata la settimana di Ferragosto ci avviciniamo a grandi passi verso l'ideale ripartenza della stagione pokeristica dal vivo con il festival di Barcellona uno degli appuntamenti più importanti al mondo per questa disciplina. Ma il punto non è questo. Riparte l'Ept che compie 100 tornei e sarà un tripudio di eventi collaterali e sponsor extrasettore. Allo stesso tempoil World Poker Tour stringe una serie di accordi con aziende tra cui anche un fumetto-cartone animato Roba da fantascienza.

Scritto da Cesare Antonini
Poker e sponsor extra settore: il boom all'estero e il fallimento italiano


Ed è questo il tema che vogliamo affrontare: perché in Italia i tornei di poker dal vivo, con qualche eccezione ovvio, non sono mai riusciti ad attrarre sponsor che non siano per forza poker room online a caccia di players e conti gioco?
L'Ept ha da anni aziende che producono gioielli per i premi da assegnare al vincitore. Skrill ha ormai stretto accordi da anni con il torneo più importnte d'Europa per pubblicizzare i suoi servizi di pagamento. Ma l'ex Moneybookers è una realtà strettamente correlata al gioco. Quest'anno il tripudio: arriva il Toblerone e arrivano i cioccolatini di Mozart con il cioccolato ufficiale dell'Ept; arrivano le cuffie ufficiali del torneo con le Skull Candy mentre alle Wsop il brand Monster aveva monopolizzato diversi spazi spingendo i propri prodotti.
Sempre alle World Series un brand americano di sigarette elettroniche hanno sponsorizzato molte iniziative e pubblicizzato il tutto lungo i corridoi del centro conferenze del Rio Casinò.
Come detto il Wpt anche ha stretto una serie di accordi inventandosi addirittura una sfida tra un'eroina dei fumetti contro i giocatori del circuito nelle trasmissioni tv dedicate all'evento.
E perché in Italia non si riesce a sdoganare commercialmente il poker? Ok ci sono stati esempi di sponsor extrasettore. Ricordiamo Chivas Regal, c'è Neteller che si è legata all'Italian Poker Tour e ci sono stati altri piccoli esempi come aziende di gioielli o energy drink. Ma si è trattato di iniziative spor e comunque legate ai tornei principali e dove c'erano i numeri a supportare questo tipo di azioni commerciali. E già, proprio i numeri sembrano essere necessari per produrre queste partnership. Numeri e visibilità ci vogliono.
Detto questo sembra che il momento non sia proprio ideale per il poker italiano. Forse erano altri i tempi in cui spingere. Ma le 'vacche' erano grasse e non c'era bisogno di arrotondare la rake che arrivava a quintali. Eppure poteva essere una strategia in grado di potenziare e consolidare alcuni circuiti. Adesso avremmo forse un'altra situazione.
Certo, facile trovare sponsor cn brand del calibro di Wsop. Wpt ed Ept. E ora il poker ha anche meno visibilità in Italia tra tv e giornali generalisti. Possiamo quindi parlare di occasione persa? E sì, è proprio così.

 

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