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Operazione gambling: come al solito il vero problema è rimasto sullo sfondo

27 luglio 2015 - 16:30

Alla fine sembra tutto rientrato nella norma e più che un 'mercoledì nero' del poker online italiano si è trattato giusto di un acquazzone estivo che, comunque, qualche danno lo ha fatto e che ci lascia dentro più che altro qualche sensazione che va ben al di là dei titoli d'effetto che sono volati la scorsa settimana.

Scritto da Cesare Antonini
Operazione gambling: come al solito il vero problema è rimasto sullo sfondo


Partiamo dai danni. Se non è stata una 'strage' quantomeno l'operazione gambling ha minato ancora una volta la credibilità del settore del poker online. E, di sicuro, ha surrogato ancora una volta le solite teorie dei 'tuttoriggedisti' e che le poker room sono tutte manipolate e gestite da chi ti fa uscire quell'asso nei soliti coinflip che qualche giocatore giura di non aver mai vinto in vita sua.
Ancora una volta, però, si è perso il centro del problema. Qualcuno lo ha afferrato, noi lo andiamo dicendo da tempo. Il poker online dot it è comunque sicuro. I randomizzatori, i software, teoricamente, sarebbero blindatissimi e controllatissimi dai Monopoli di Stato e dal braccio informatico colelgato al Ministero delle Finanze, Sogei. Quello che sconvolge e che rischia ancora questa volta di far rimanere a bocca asciutta i players che avevano i soldi su quelle skin delle poker room indagate nell'operazione Gambling, è che nessuno combatte la giusta battaglia: il poker online per essere davvero sicuro dovrebbe dover garantire i fondi dei players sempre e comunque. Come? Come ha fatto qualche legislazione con room enormi e che operano in tutto il mondo: i soldi dei conti gioco devono essere gestiti in fondi separati. Così, una volta che la società di turno (chissà perché tante in Italia sono a 'società responsabilmente limitata') dovesse fallire i soldi dei players non sparirebbero da nessuna parte. Una cassetta di sicurezza, un 'airbag' per attutire questi incidenti.
Quindi, invece di urlare contro i mescolatori di carte truccati e le room maledette sarebbe preferibile affrontare con serietà la vera falla di sicurezza che da il campo libero agli Schemi di Ponzi più disparati. Se si fallisce senza riserve per i players le probabilità di riprendersi i soldi se questi non sono garantiti da un fondo sono assai basse per non dire nulle. E tutto questo è già successo ma guai a prevenire i problemi veri nel nostro Paese.
La sensazione di cui parlavamo sopra invece è questa: più che avere paura del marcio che c'è nel gioco noi abbiamo paura di quello che avviene nel nostro Paese in generale. Ormai dove ci sono soldi c'è illegalità. L'occasione sembra fare sempre di più l'italiano ladro. E questo condiziona tutto, non solo il poker. La rivoluzione culturale che andrebbe fatta è un processo ben più lungo di quello che qualcuno vorrebbe fare eliminando il gioco così, di punto in bianco, senza rendersi conto che la polvere che metti sotto il tappeto prima o poi ti riesce fuori, volente o nolente.

 

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