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Il sogno di una liquidità di poker online mondiale anche con Trump presidente

13 febbraio 2017 - 16:58

Rawa, Privacy Shield, liquidità europea, Jeff Sessions, Donald Trump, i tasselli di un sogno chiamato pooling liquidity mondiale. 

Scritto da Cesare Antonini

Mentre aspettiamo sviluppi sulla liquidità regionale europea che potrebbe veder partire Italia-Francia-Spagna-Portogallo e, chissà, magari anche il Regno Unito, sul fronte mondiale del poker online l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca aveva gettato tutti nell'incertezza più totale. In più si era messo in mezzo anche Jeff Sessions, politico vicino a Trump, che aveva paventato il restauro definitivo della primordiale interpretazione tramite il Restoration of America’s Wire Act (RAWA). In più la decisione di Trump di firmare un provvedimento che rischia di mettere in crisi il Privacy Shield e quindi gli scambi liberi di dati tra Usa ed Europa, sembrava aver allontanato l'ipotesi di un'apertura addirittura di una pooling liquidity mondiale con un link già cercato tra New Jersey e Uk.


Come sono gli scenari reali? Cosa potrebbe davvero accadere? Cosa dovremmo auspicare da qui ai prossimi mesi?
Abbiamo già parlato e tanto della liquidità europea. Si farà. Secondo fonti governative raccolte da Gioconews.it, però, il tutto slitterà. Non più entro la prima metà del 2017. E' probabile che la 'partita' si chiuda entro il 2017. Non è ancora uscito neanche un documento che disegni la piattaforma giuridica e tecnologica. Ci vorrà qualche mese in più questo sembra ovvio. E lo dicono anche i regolatori che, però, tengono vivo il 'fuoco' della speranza soffiandoci sopra molto spesso.
E a livello mondiale? Il sogno che vorremmo si avverasse è una gigantesca liquidità regolamentata almeno per il poker online! Immaginate come potrebbe essere giocare un maxi torneo con seduti ai tavoli giocatori di tutto il mondo. Il sogno di PokerStars, PartyPoker, 888 e forse PlayTech. Non certo delle room e delle società che operano solo a livello nazionale anche se, almeno noi, siamo convinti che tutto questo oltre a rappresentare uno stimolo sembra essere anche una grande opportunità.
Ma è davvero così impossibile? Probabilmente sì anche se l'Europa sta lavorando per creare quel mercato comunitario che sembra ormai sul punto di essere realizzato. In ritardo ma sempre meglio tardi che mai.
E in Usa? Oltre ai tre Stati già regolati, Nevada, Delaware e il più popoloso New Jersey, ce ne sono altri che stanno valutando la regolamentazione. Ma si muovono col passo dell'elefante.
Nel frattempo bisogna capire Trump, Sessions e quel 'furbacchione' di Adelson cosa intendono fare del gioco online.
Le uniche notizie certe sono queste: Trump non ha mai parlato di gaming in generale. Nè terrestre né online. Lo stesso Sessions pare sia stato frainteso e, comunque, non è così certo il RAWA e non sono chiare le sue intenzioni che si basano su dichiarazioni anche datate.
Forse lo scenario più chiaro è questo: Donald tratterà il gioco come un settore dell'economia qualsiasi. E in questa industry si materializza perfettamente l'incubo di Trump dove società offshore dot com e soprattutto 'non americane' raccolgono soldi dalle tasche dei cittadini a stelle e striscie. A rigor di logica una regolamentazione federale sarebbe auspicabile. Non vediamo altri scenari plausibili se Trump dovesse essere coerente con le sue idee.
Certo rimarrebbe il problema della comunicazione con le aziende digitali extra Usa. Ma dovesse cadere anche quel 'muro' non mancherebbe davvero nulla per una gigantesca rete di poker e gaming online mondiale.

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