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Liquidità condivisa: l’attenzione non scenda, i problemi da risolvere sono ancora tanti

14 agosto 2017 - 07:48

Nonostante la pausa estiva l'attenzione nei confronti dell'introduzione della liquidità condivisa nel settore del poker online non deve scemare.

Scritto da Cesare Antonini

Pausa estiva, probabilmente, anche per i lavori della liquidità condivisa di poker online. Ma noi non ci fermiamo e se davvero si parte entro la fine del 2017 (l’Arjel francese l’ha ribadito già diverse volte in occasioni pubbliche col presidente Charles Coppolani e nei rapporti d’attività sia annuale che dei vari semestri) è bene chiarire da subito alcuni dubbi e, possibilmente, rispettare alcune indicazioni.

L’approccio delle authority di gaming online di Italia, Francia, Spagna e Portogallo sembra davvero concreto e professionale. Soprattutto i nostri partner europei. Ma l’Italia ha comunque fatto da Stato capofila e ha anche ospitato l’ultimo meeting in cui è stata apposta la firma per il lancio del framework normativo condiviso. Da Francesco Rodano a Daria Petralia sembra che il discorso non si sia mai interrotto e questo va giudicato senz’altro come un fatto che denota serietà, professionalità e volontà di fare sempre passi in avanti in settori che sono comunque in piena evoluzione. Siamo convinti che anche in Adm si sia lavorando.

Anche perché l’Italia aveva già ribadito che non aveva grosse emergenze da risolvere a livello normativo. Semmai ci rimane il dubbio su alcuni “cross” di norme e tecnicismi tra le varie regolamentazioni. Come per l’aspetto delle tasse o delle policy sulla protezione del consumatore o sulle azioni contro le truffe e le collusion.
Insomma, il concetto è semplice: al di là di cavilli normativi da risolvere coi rispettivi Governi (l’Italia pare sia a posto anche in questo senso) e continui documenti, firme, più o meno inutili passaggi in Europa (pare non servissero), memorandum of understanding e altre pratiche varie, non abbiamo ancora visto nulla di tecnico, pratico, operativo.
La Francia stava pensando a come rilasciare le nuove concessioni ma ha pensato a come abbassare le tasse? L’Italia ha pensato a come integrare i limiti del famoso decreto Balduzzi sui versamenti o se adeguare il buy in minimo a 250 euro, limite che in Francia, ad esempio, in alcuni tornei ha superato anche i 1.000 euro? E la Spagna ha cambiato il suo framework nazionale sulle licenze così da evitare tutti quei problemi tra stato interno e stato interno che hanno frenato in passato molte società ad investire su un territorio così diversificato e diverso.
E come uniformare la lotta alle frodi e alle collusion? Chi vigila? Verrà creato un altro organi di controllo? I caschi blu del gioco online che verificheranno i tavoli con francesi, italiani, spagnoli e portoghesi e poi in futuro chissà chi?
Il nostro timore è che questa grande volontà di stare insieme sia come quegli amici che si ritrovano per stare a cena, per fare serata ma poi si bloccano o peggio litigano per che pasta volevano per la carbonara o per il locale in cui si dovrà andare successivamente.
Il monito è questo: chiariamo bene subito le regole del gioco, dipaniamo il più possibile dubbi e problematiche prima di sederci allo stesso tavolo. I tecnicismi, poi, si risolvono. Ma come tra amici, se le regole della partita sono chiare e limpide poi tutto filerà via liscio e la sera dopo ci ritroveremo al bar e a giocare un’altra sfida. Ma se qualcosa andrà storto in questa fase rischieremmo di pagarcelo fino alla fine del mercato. Poi recuperare sarà sempre più difficile.
 

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