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Gli eSports diventeranno sport: ecco perché non è una sconfitta per il poker

05 febbraio 2018 - 15:16

Gli eSports sulla via del riconoscimento al Coni tramite la Fita mentre il poker sta a guardare da anni: ma ecco perché non è un fallimento per l'hold'em. 

Scritto da Cesare Antonini

Una bella notizia, da una parte, una mazzata, dall'altra, anche se il poker, per noi, rimane una disciplina in cui la componente d'abilità prevale (in determinate condizioni) ma che non è uno sport se non un mind-game. L'avvio del percorso del riconoscimento come sport dei videogiochi competitivi da parte del Coni su proposta della Fita, la Federazione Italiana Taekwondo, avrà “ucciso” speranze e morale di tutti fautori del percorso che il poker avrebbe dovuto intraprendere.

Di sicuro, su tutti, la Federazione Italiana Gioco Poker ma, in parte, anche Italian Rounders. Le due associazioni-federazioni avevano stretto delle partnership con degli enti di promozione sportiva.

Ma a spingersi più in la fu proprio la Figp dichiarando quanto segue: “Qualora la disciplina del Poker Sportivo fosse riconosciuta dal Cio o Sport Accord la richiesta (di ammissione alla fase dell'Osservatorio Dsa, ndr) verrà automaticamente ripresa in considerazione e la Figpsarà l'organizzazione di riferimento della disciplina in Italia".
Tutto questo accadeva nel 2013 quando il poker era già un fenomeno esploso da almeno 6-7 anni e l'online stava iniziando a percorrere il tratto della maturità della sua curva di prodotto. I tempi calcolati per il riconoscimento come sport erano di due anni e mezzo, giorno più, giorno meno. Sono passati 5 anni da quelle notizie ma, da verifiche effettuate, sul tavolo di Giovanni Malagò il poker sportivo non è mai passato neanche per sbaglio.
Una bella mazzata, non c'è che dire. Ma per chi ancora credeva che il poker potesse essere riconosciuto come sport. Noi, però, non siamo né delusi, né arrabbiati. Certo alimentare le false illusioni ha prodotto qualche danno a chi ha inseguito questa chimera del poker sportivo prendendo anche qualche bella incazzatura. Noi siamo convinti che né l'hold'em e le sue varianti, né gli eSports possano essere considerati veri e propri sport. Laddove non c'è la componente dello sforzo fisico, dell'allenamento inteso come atletico, probabilmente parlare di sport è davvero dura. Ok, le analogie sono tante e non stiamo di certo a smentire tutto quello di bello che è stato prodotto finora su queste pagine. Tanti gli sportivi che abbiamo intervistato e che hanno riconosciuto come le doti dei pokeristi siano utilissime anche in altri ambiti. Ma parliamo sempre di training a livello mentale, di calcolo matematico, di concentrazione e a livello strategico.
Dovessimo definire il poker dopo tutti questi anni di esperienza diremmo che si tratta di una disciplina in cui la componente d'abilità è senz'altro prevalente e in cui l'obiettivo è vincere soldi agli avversari. Altre cose interessano poco gli appassionati che non vogliono guadagnare punti o farsi i muscoli: vogliono vincere soldi.
Con gli eSports condividiamo una visione. Più che sport queste nuove discipline, così come spesso accade per il poker, sono più uno show, un intrattenimento, un'attrazione. Pensate alle arene degli eSports o a quelle delle Wsop o dei tornei più importanti. Pensate agli streaming seguiti da migliaia di persone. Allo stessa stregua dello sport, sia il poker che gli eSports, sono da considerare un intrattenimento. E spostare il focus su questo potrebbe (poteva?) essere utile soprattutto per il poker. Un certo Alexander Dreyfus l'ha capito da un pezzo col suo “sportify poker”. Certo, forse il progetto va rivisto, calibrato meglio, rielaborato e riproposto. Ma questa sembra essere la giusta via.
Quindi se gli eSports possono essere contenti del riconoscimento del Coni, il poker non si demoralizzi. Alla fine il vero successo delle due discipline è un altro, è lo spettacolo e l'intrattenimento che regalano agli appassionati. Se poi qualcuno vince anche tantissimi soldi allora il sogno è completo. Ma che tutti pensino a divertirsi e a non cadere nelle distorsioni che la tentazione del guadagno facile può generare.  

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