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Il poker live in bilico: guai a svegliare il can che dorme

20 settembre 2016 - 15:15

Il poker live rischia di svegliare il can che dorme con montepremi faraonici nei circoli ma il settore è sempre borderline. 

Scritto da Ca

Non è la prima volta che lo scriviamo: occhio a tirare troppo la corda col poker live che, come recita l’antico adagio, prima o poi si strappa. Leggiamo sui social di faranoiche inaugurazioni con montepremi garantiti che neanche i migliori casinò d’Europa tra poco riuscirebbero a coprire. Per carità, se è tutto legale e legalizzato, può essere solo un’ottima occasione per i giocatori di poker d’Italia per provare a mettere le mani su un big prize pool. Quello che critichiamo è l’opportunità dello schedule. Cioè, la pulce potrebbe davvero iniziare a schizzare nell’orecchio del questore di turno o del politico di turno, che è peggio ancora. Con il social buzz in atto non saremmo di certo noi accusati di aver creato il problema. E, sia chiaro, non ce l’abbiamo con nessuno in particolare. 

Tuttavia continuiamo a sostenere che il poker live è riuscito a costruirsi un framework normativo da solo in grado di far cadere le ipotesi di reato, di annullare sequestri e vincere le cause in promo grado. A patto, però, che si rispettino le famose norme del poker ‘sportivo’ vengano rispettate, che i paletti della Corte di Cassazione vengano rispettati. 
E siccome c’è un poker live davvero sano e in grado di organizzare tornei con buy in contenuti e addirittura senza cash game, perché sparare col cannone al fianco della cuccia del cane che dorme? La speranza è che non si ricrei un problema politico e mediatico. I nostri politici, ad esempio, se la prendono sempre e comunque a caso con giochi normati e totalmente legali. Ma cosa ne penserebbero di questo sottobosco che rimane comunque borderline dove ‘la gente si rovina e si può rovinare quasi tutte le sere’? 
All’inizio abbiamo spinto per la normazione delle concessioni di poker live. Lo Stato, poi, c’ha fatto passare la voglia. Siamo quindi diventati sponsor di un poker organizzato con certi crismi (quelli di cui sopra) e abbiamo visto il poker vincere nei tribunali  e convincere i giudici locali e nazionali. Avevamo auspicato che le cose sarebbero dovute rimanere così. Ora lo ribadiamo per paura che qualcuno passi il limite. Camminare sul bordo è già difficile di per sé, perché dovremmo dare uno strattone alla corda che ci tiene in un equilibrio così precario?

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