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Il poker online dot com batte la ritirata dai mercati asiatici e islamici e dal Canada

01 ottobre 2014 - 11:18

PokerStars e Full Tilt avrebbero chiuso il gioco in alcuni mercati asiatici e islamici. Ladbrokes avrebbe già dichiarato di abbandonare il Canada e anche tanti operatori che lavorano nel gaming online del nostro Paese hanno deciso di abbandonare i clienti del dot com per concentrarsi sulle regolamentazioni dei singoli Stati. 

Scritto da Giuseppe Tondelli
Il poker online dot com batte la ritirata dai mercati asiatici e islamici e dal Canada

La decisione non sarebbe stata ufficializzata ma pare che, specie in PokerStars e Full Tilt con l'ingresso di Amaya Gaming, ci sia la volontà di rivedere e analizzare tutte le opportunità commerciali e rischi di business per i marchi in questione. "A seguito di una recente revisione abbiamo deciso di smettere di offrire giochi con soldi veri ai giocatori che si trovano fisicamente in alcuni paesi che abbiamo selezionato", dicono da PokerStars come riporta Pokerfuse. Tuttavia basta sbirciare online per capire che gli stati colpiti dall'abbandono sono Malesia, Turchia, Nigeria, Bangladesh e Iran.
E' arrivata la classica mail dal sistema automatico dell'assistenza clienti che informava come il gioco a soldi veri non era più disponibile nelle aree in questione. Ovviamente PokerStars e Full Tilt hanno assicurato che i soldi dei conti dei players erano al sicuro e potevano essere ritirati quando e quanto e come volevano i giocatori stessi nei modi ordinari di prelievo. Cashabili anche i frequents players point e le milestones accumulate dai giocatori, almeno in parte.
Ma cosa sta succedendo a livello globale? Forse il tema cruciale sembra essere il mercato del Regno Unito che oggi sarebbe dovuto partire ma che è slittato per 'colpa' di un ricorso di Gibilterra che ha bloccato tutti i processi reputando la legge iniqua oltre che non conforme ai dettati del trattato Ue. PokerStars sta guardando con interesse a questo tipo di processo visto che si tratta di un mercato molto importante che prima accettava liberamente le room dot com senza perseguirle. Ma ora pretende, a ragione, un 15% di tasse sulla raccolta generata dai giocatori anglosassoni.
In corso anche il tentativo di Amaya di entrare nel New Jersey in collaborazione col casinò fisico Resort e il lancio dovrebbe essere cosa fatta. Forse tutti questi movimenti vanno nel senso della legalità e del politically correct. Insomma, qualora PokerStars dovesse finire tra le grinfie di un altro stato che potrebbe impazzire da un momento all'altro, potrebbe vedere danneggiata notevolmente la sua immagine. Per non dimenticare, la room dalla picca rossa, oltre Full Tilt, è considerata un 'bad actor' in molti Stati Usa.
Potrebbe però scegliere di rimanere in Canada visto che alcune voci parlano della volontà di rimanere in tutti i mercati attuali dopo l'uscita da quelli indicati.
Ma anche questo Paese molto ricco per il poker online rischia di entrare nel limbo visto che Ladbrokes ha annunciato che interromperà il business in questo Stato. La ragione sarebbe una revisione dei regolamenti canadesi sul gioco online ma per i clienti il preavviso è stato di appena una settimana e non è stata presa benissimo dai clienti.
La sensazione è che si vada sempre di più verso un mercato regolamentato anche se il dot com e il poker considerato illegale continua a rimanere un'industry assai prolifica e difficile da combattere se non con l'utopico mercato armonizzato a livello europeo e poi chissà, mondiale.

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