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La Russia pensa sempre al poker online: sì ma quando?

22 gennaio 2016 - 11:34

Novità ancora per il poker online in Russia: parlano alcuni protagonisti della politica ma ancora incertezza sui tempi. 

Scritto da Cesare Antonini
La Russia pensa sempre al poker online: sì ma quando?

L'abbiamo scritto e segnalato ad agosto 2015. Poi a novembre 2015 è circolata la voce che entro la prima metà del 2016 ci sarebbe stato il lancio o comunque l'apertura definitiva dal punto di vista legislativo. E ora risbucano fuori nuove dichiarazioni però decisamente più circostanziate e che lasciano precise indicazioni sul sempre più probabile lancio del poker online in Russia.


Vladimir Putin, il più amato dagli italiani (pazzesco lo sappiamo..) per i suoi atteggiamenti da bullo nella politica internazionale, potrebbe dare il via libera a ben 20 milioni di poker players online di competere liberamente su internet. Problemi di liquidità ne abbiamo? Se pensiamo che PokerStars.it vanta 30mila players online e domina il mercato italiano (dati PokerScout), comprendiamo semplicemente le potenzialità di questa industry.
Mosca ora vuole aprire ad un mercato concessorio sposando la linea della regolamentazione più che del proibizionismo. I russi non hanno neanche più i casinò terrestri a Mosca chiusi da Putin qualche anno fa. Ma la domanda di gioco c'è sempre, in ogni Stato. Ed esiste anche l'offerta ma illegale e pronta a rastrellare rake e fee dai players.
"Stiamo cercando di contrastare il gioco d'azzardo online illegale ma ci rendiamo conto che è davvero difficile controllare internet in linea di principio", ha spiegato Pavel Sychyov, membro del Cremino. Ma va? E cosa si pensava potesse produrre il proibizionismo più duro se non l'anarchia? Figuriamoci sul web, poi.
Evgeny Korchago, presidente di Starinsky, Korchago and partners, un importantissimo studio legale, afferma "che qualsiasi divieto, compreso l'azzardo, trasferisce solamente le attività vietate dalla legalità ad un terreno più oscuro e ancor meno regolamentato".
Intervenuto sulla vicenda anche Maxim Katz, ex poker player professionista e ora consigliere municipale nella metropoli di Mosca: "Le autorità russe devono creare le condizioni che consentano agli operatori di realizzare un profitto o entrate fiscali sicure per lo Stato. Ma senza regolamentazione il poker rimarrà illegale e non produrrà nulla. Ormai è un'attività underground dopo il divieto e il bilancio non riceve più tasse da esso".
Secondo un sondaggio curato da All-Russia Public Opinion Research Center, circa il 16% della popolazione adulta russa ama intrattenersi con attività ritenute formalmente illegali, ma di fatto innocue. Per Business Insider questo significa che una parte della popolazione troverà in qualche modo, sempre una soluzione per continuare ad intraprendere queste attività, poker in primis. E il 16%, da solo, rappresenterebbe 3,2 milioni di poker players. Pochi?
Per il resto nessun'altra novità. Rimane in piedi il discorso dei servers che avevamo già affrontato e che imporrebbe agli operatori internazionali di mantenerli nel territorio della 'grande madre Russia'. "Altri siti che non saranno registrati sul territorio saranno considerati illegali", aveva conferma già in agosto 2015 Marina Bludyan, presidente di Poker Enthusiasts League dopo un incontro col Governo russo.
 
Quello che interessa, soprattutto agli operatori esteri, sono i tempi di lancio. Nelle ultime dichiarazioni riportate qui sopra dai siti internazionali non ce n'è traccia e rimaniamo con l'ottimistico limite massimo del second quarter del 2016. Qualcuno diceva entro la primavera. Saremmo più realistici qualora dovessimo considerare giugno 2016 o alle brutte la fine dell'anno appena iniziato. Staremo a vedere.

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