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Grecia: possibile aumento al 35% delle tasse sul poker online

28 maggio 2016 - 10:57

Il Governo Greco pensa ad un aumento della tassazione sul poker e sul gioco online fino al 35 per cento. 

Scritto da Gt

Un assioma dal quale non si dovrebbe mai prescindere è che aumentare la pressione fiscale su qualsiasi gioco (ma questo vale per qualsiasi industry) è totalmente controproducente. Soprattutto se non si rispettano gli equilibri tecnici che un sistema deve per forza mantenere. Gli effetti negativi si riflettono chiaramente sulla raccolta e sui risultati di gioco e porgono il fianco ai siti senza autorizzazione se parliamo di mercati regolamentati e a liquidità chiusa. 

Quello che sta accadendo in Grecia è tipico: il Governo, ancora inguaiato coi conti in rosso, ha pensato di aumentare dal 30 al 35 per cento le tasse sul poker online calcolate sul margine. La speranza è quella di ottenere qualche decina di milioni di euro in più di gettito fiscale. Tuttavia il vantaggio che potrebbe bilanciare leggermente gli effetti negativi è la possibilità riservata ai grinder di collegarsi alle piattaforme dot eu delle room che ne sono dotate. Su tutte PokerStars, ovvio. 
Ma la situazione greca è già piuttosto complessa. La liquidità è ridotta all’osso e un prelievo al 35 per cento è altissimo e sarà un colpo duro per il mercato e per le room. 
Attualmente sono 24 le licenze di gioco online ma c’è già aria di smobilitazione. E’ probabile che a goderne sia la room che deteneva il monopolio locale, Opap. 
Come detto più che alzare l’aliquota sarebbe stato preferibile allentare la pressione fiscale per accogliere più gioco, sostenere il settore e guadagnare di più. Il poker non è un bene di consumo sul quale aumentare tel quel l’Iva ad esempio per ottenere maggiore gettito. Funziona praticamente all’opposto. Specie in pools limitate come quella greca. 

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