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La battaglia per la regolamentazione del poker online prosegue, ma quante difficoltà

11 ottobre 2017 - 08:53

Come sta il poker online e come si deve portare avanti la battaglia per la sua regolamentazione? Ecco l'indagine PPA. 

Scritto da Cesare Antonini

Un recente sondaggio della Poker Players Alliance ha cercato di capire qual è lo stato di salute del gioco negli Stati Uniti. Una serie di questioni molto dettagliate che si spingono dalla popolarità del poker alle aspettative sullo stesso gioco fino alle opinioni sulle lobby e sui Daily Fantasy Sports e sullo sports betting.

La PPA cambierà le sue strategie in base a questi sondaggi? Le risposte sembrano dare fiducia alle politiche e alle sensazioni di chi vuole che il poker venga legalizzato e chi lo crede ancora possibile di una nuova crescita, di un nuovo boom, di una nuova rinascita.
Sulla regolamentazione negli Stati Uniti ci sono davvero pochi dubbi: il 98% ha risposto sì senza esitare. Che poi sia il governo federale o i singoli stati a legiferare, quello non cambia. Stesso risultato sulla questione che interrogava i players sull'appoggio ad una legge sul gambling online che potesse comprendere sia Dfs che betting che poker: qui il 92% ha votato ok per il pacchetto intero da votare nei provvedimenti.
Il campione dei players interrogati dal sondaggio si spacca sugli obiettivi della PPA: per il 58% l'associazione può includere nella sua mission di betting e fantasy sports ma c'è un 42% di votanti che vuole spingere solo per il poker.
La PPA si conforta sul suo lavoro visto che l'89% valuta positivamente la voce ottenuta nel governo. Insomma un buon lavoro promosso a pieni voti.
Un'indagine che è servita anche per calibrare in futuro le azioni da fare sul territorio nazionale e nei singoli stati. Cosa vorrebbero fare gli associati e appassionati per provare a legalizzare il poker online nel loro stato? Il 79% preferisce contattare direttamente i rappresentanti dei cittadini tramite mail, telefono o sui social e sembra questo il metodo che verrà poi seguito.
Un 19% vuole donare i soldi alla PPA, il 15% preferisce scrivere ai giornali locali e il 13% bussa proprio alla porta dei funzionari eletti al governo dei territori statunitensi.
Secondo alcune analisi se effettivamente il 79% dei membri della PPA avessero davvero stimolato con questi numeri i funzionari dello Stato forse qualcosa si sarebbe smosso in maniera decisamente più fattiva. Ovviamente non si può pensare che appassionati o players si trasformino in "stalker" per i propri rappresentanti.
Mentre il dato delle donazioni può rappresentare un problema: il 19% è davvero poco. Per questo la PPA è sovvenzionata principalmente dalle poker room. Su tutte PokerStars specie per la battaglia della regolamentazione in California che è ancora allo stallo.
Perché ancora il poker online non è stato regolato? Per il 71% è colpa di idee sbagliate che gli eletti hanno sul poker. Per il 57% dei votanti i politici non sanno che la questione è molto importante. Un ricco 43% crede che l'industria del gioco d'azzardo non sta lavorando di concerto e non sta finanziando la battaglia per la regolamentazione. Sempre un problema di fondi per le azioni di lobbying per il 43% mentre per un 7% è colpa dei giocatori stessi che se ne fregherebbero di tutte questioni che, invece, potrebbero aiutarli a cambiare in meglio il proprio hobby, il proprio lavoro.
Dulcis in fundo, la domanda che tasta il polso dello stato di salute del poker negli Stati Uniti. Per il 44% il poker è ancora molto popolare e continuerà a crescere. Per solo il 7% a breve inizierà il suo declino e per un altro 44% il danno più grande per questo gioco è dovuto al Black Friday del 2011. Analisi decisamente condivisibile.

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