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Il poker online New Jersey può condividere liquidità ma niente Uk o 'dot com'

28 dicembre 2017 - 10:57

La legge del New Jersey può aprire alla liquidità internazionale condivisa ma solo coi mercati regolati Usa e regionali Ue. 

Scritto da Ca

Liquidità internazionale: non sembra tutto oro quel che qualcuno vuole far luccicare. Almeno in New Jersey. Almeno nell'ormai famigerato Senate Bill S3536 che apre in effetti alle "scommesse che possono essere accettate da persone che non sono fisicamente presenti in questo Stato se ciò non è in contrasto con la legge federale o con quella nazionale, e compresa qualsiasi nazione straniera in cui tale persona è localizzata o se tale scommessa è stabilita in base ad un accordo reciproco che non è in contraddizione con la legge federale".
Ma le contraddizioni ci sono eccome. Nel New Jersey si fanno gli esempi di paesi come Francia, Germania o Paraguay come analizza il columnist inglese Joss Wood.

Tuttavia, proprio analizzando la situazione di questi paesi e prendendo come esempio PokerStars che possiede le licenze in tutti e tre i mercati, emerge l'enorme problematica e contraddizione che sembra rendere impossibile una liquidità condivisa in determinate condizioni: "In Francia la licenza è rilasciata dal regolatore nazionale Arjel, in Germania non esiste un framework normativo e un sistema concessorio e PokerStars opera con licenza maltese mentre in Paraguay utilizza la legge dell'Isola di Man che copre tutte le operazioni dot com. Stesso discorso, ovviamente, si può traslare per 888poker e partypoker".
In effetti è sempre utile ribadire la classificazione che elenca anche Wood:
- il poker online è regolamentato a livello nazionale o a livello statale e gli operatori devono avere una licenza locale;
- il poker online non è regolamentato a livello nazionale ma una licenza sovranazionale è accettata dal sistema legale locale (esempio la Malta Gaming Authority che è supportata dal diritto Ue);
- Non esiste né una regolamentazione nazionale né una licenza internazionale e ci si basa di una giurisdizione offshore che è però accettata dalle regole della World Trade Organisation.
Ma il ddl di Lesniak contiene restrizioni che possono complicare le cose per la liquidità condivisa. Le puntate devono essere fatte in base ad accordi reciproci con gli altri Stati senza andare contro la legge federale.
Legarsi alle piattaforme dot com è improbabile perché il NJ vuole legarsi ad altri mercati regolati, semmai. Dot com escluso quindi? "Probabilmente esclusa è anche Malta e il dot eu. Restano, però, le pool coi players dei paesi in cui esiste un mercato regolato nazionale come Spagna, Francia Italia e Portogallo", spiega Wood.
E l'esperto evidenzia anche il solito problema delle tasse: "Le questioni fiscali potrebbero fermare la shared liquidityperché i giocatori del Regno Unito non sono autorizzati a giocare su siti dot fr, ad esempio. La tassa sul consumo UK indica che ogni player british può giocare su PokerStars.fr ma la società sarebbe soggetta a pagare sia le tasse inglesi che francesi con due sistemi fiscali completamente diversi. La doppia imposizione, che rimane vietata, rende impossibile la condivisione delle pool. Per iL New Jersey i problemi potrebbero essere simili".
La domanda è: quali benefici potrebbe trarre il New Jersey dalla liquidità condivisa? "Ovviamente i vantaggi sono per gli operatori che possono organizzare tornei dal field più vasto e offrire garantiti più importanti in grado di attrarre molti più players. E poi lo Stato guadagna ulteriori introiti e forse genera anche maggiore occupazione. Intanto, però, va guardata la liquidità interstatale con Delaware e Nevada in attesa della regolamentazione della Pennsylvania: già da questo potrebbero arrivare notevoli guadagni. Ovviamente arriveranno anche tanti più giocatori ora costretti a migrare in altri paesi per grindare sulle room offshore".
Le potenzialità del disegno di legge di Lesniak, quindi, non riusciranno ad aprire le frontiere in maniera libera e indiscriminata ma potrebbero portare in futuro ad accordi interstatali all'interno degli Stati Uniti e quindi con altri mercati regolati in Europa.

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