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Poker live e online: la visione di Giovanni Gioriz Rizzo

03 ottobre 2015 - 10:33

Intervista a Giovanni Rizzo, ambassador Tilt Events, contenuta nel numero di ottobre di Gioco News magazine. 

Scritto da Cesare Antonini
Poker live e online: la visione di Giovanni Gioriz Rizzo

Per capirci qualcosa in più su come e dove sta andando il mercato del poker ci siamo fatti 'prestare' gli occhi dello sguardo privilegiato, attento ed esperto di Giovanni Rizzo.

“Il mercato online in Italia è in una situazione critica dopo un ottimo avvio e una regolamentazione che aveva fatto scuola a tutte le altre in Europa. Per questo motivo in tanti, ed anche io, mi sono trasferito per continuare a lavorare ai tavoli da poker online dalla mia Parma a Ljubiana, in Slovenia. E sto benissimo così”.

Lui è Giovanni 'Gioriz' Rizzo, uno dei players più stimati e conosciuti in Italia e a livello internazionale ed ex pro di Gd Poker, room pionieristica nel gioco online dot it. Ora è ambassador di Tilt Events, organizzazione di eventi live che gestisce il poker del casinò di Venezia e di Sanremo.
La vita e l'amore lo hanno avvicinato a Kara Scott, il volto televisivo del poker nel mondo, di sicuro in Usa e in Europa. Anche lei è ambasciatrice Tilt Events con un'esperienza spaventosa nel settore.
Quindi una chiacchierata con Gioriz non solo è piacevole: con un pizzico di presunzione si puo' dire che con la sua visione possiamo osservare alla perfezione il settore.
Tornando a 'bomba': male male questo online dot it? “Ormai abbiamo un operatore che detiene il monopolio del mercato e questo non è mai un bene. In Francia abbiamo un duopolio auspicabile anche per l'Italia con Winamax e PokerStars che facendo concorrenza offrono due prodotti ottimi per i giocatori. Tornei stupendi, investimenti nel mercato e tavoli grindabilissimi. Se guardiamo alla Spagna sono messi peggio di noi anche se i players si sono sollevati e hanno fatto uno sciopero riuscitissimo 'giveuppando' i tavoli”.
La diamo noi una tiratina d'orecchie ai nostri players: in Italia non si riesce ad uscire con una voce o un'azione unica! “In generale l'essere umano tende ad essere individualista e i pokeristi, giocando da soli, sono ancora peggio. Un'azione di quel tipo sarebbe difficile da noi”.
Si puo' ancora fare qualcosa giusto? “Assolutamente sì. Ad esempio non siamo ancora arrivati al concetto di sport. Io vedo geniale la mission 'sportify poker' (quella di Alex Dreyfus del Global Poker Index, ndr) ed è quella la vera strada anche per arrivare al famigerato sdoganamento di questa disciplina. In effetti il poker è il gioco più seguito ma non ci sono sponsor extrasettore. Nel tennis e nel golf abbiamo sponsor come Rolex e Tag Heur, Yamaha, Tomtom. Se il poker arrivasse anche solo ad uno di questi global brand sarebbe la svolta. Il Wpt c'ha provato con Monster e la strada è possibile e percorribile. Immaginate anche se Apple decidesse di investire nel poker”.
Tutti a dire comunque che il poker è in crisi: “E' una definizione anacronistica. Abbiamo già avuto una flessione. Dal boom mercato globale c'è stato un momento di assestamento e si riprenderà a crescere da qualche parte. Del resto online c'è un'offerta clamorosa, Wcoop, Sunday million in Italia e Francia e festival di 888, eventi capaci di raccogliere centinaia di milioni di euro. Live il The Venetian Game di Tilt Events in piena estate ha fatto 800 entries. Numeri incredibili rispetto al passato”.
Tagliamo sulla crisi: ci sarebbe da parlare per ore. Parliamo più che altro della comunicazione. Imprese clamorose che, però, non hanno fatto tanto clamore (la cacofonia è d'obbligo): “Sì è pazzesco. Gli americani sono bravissimi a costruire una 'cinderella story'. Vedi il classico esempio di Moneymaker. Ma adesso abbiamo un certo Mustapha Kanit che per me è top 5 mondo nei tornei di poker online e anche live. Max Pescatori con due bracelet Wsop in un anno. Grandi imprese che, però, non hanno prodotto quanto avrebbero dovuto. Il poker ha una sua narrativa epica, che forse è stata persa. E' parte del grande appeal iniziale sulle masse, che poi è andato via via scemando. Mancano i personaggi, le facce, le storie. Ovviamente il tutto ha un costo, e con la contrazione del mercato questo costo è sempre più difficile da sopportare. E' un cane che si morde la coda. Meno giocatori meno investimenti meno storie e personaggi meno giocatori”.
In ogni caso un buon mercato di poker live e players azzurri che si mettono in mostra dappertutto (lo stesso Gioriz conquista spesso vittorie online) ci fanno ben sperare. “Bilanciando investimenti e ruoli si puo' ancora fare molto e il mercato c'è. Si sperperato molto all'inizio e tutto serve da lezione”.

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