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Diego Raimondi racconta la sua vittoria al Barracudas: 'Ora voglio il Ring Wsop Circuit'

21 febbraio 2017 - 16:40

Diego Raimondi racconta a Gioconews.it la vittoria di Only The Barracudas 35 su 1,241 entries e dopo aver fatto due volte runner up. 

Scritto da Cesare Antonini

"Campione is my home! Finalmente ho vinto il Barracudas e, anche senza essere più team pro, continuerò a giocare i tornei bellissimi di una location a cui devo molto. E ci vediamo alle World Series Of Poker Circuit di marzo, voglio un anello!". E poi, Diego Raimondi, giovanissimo grinder milanese ex pro Campione Poker Team e vincitore della 35esima edizione di Only The Barracudas5, lancia una stoccatina a qualche players dall'alto dei suoi risultati che, anche in questi format, palesano una certa predominanza delle sue skills: "Tutti a criticare tornei come questo poi, gli stessi, sono i primi a giocare e fare mille re entry, c'è qualcosa che non torna giusto?".


Soddisfatto, Diego, che passa i 235mila dollari vinti in carriera, tanta roba, dopo aver battuto 1.241 entries di un torneo che ha messo in palio 142mila euro.
Raimondi inizia a raccontarci il suo torneo: "Un torneo davvero carino dove al day1 devi fare parecchie chips perché i bui sono da 30 minuti. Poi il day 2 diventa giocabilissimo con i livelli a un'ora. Ho inizito il final table non molto bene, senza carte, poi sul finale lo strappo".
Tanto per far capire qualcosa in più a chi crede di essere vittima di strutture ingiocabili per Raimondi "è stata cruciale la fine del day2, dai 40 sino ai 20 left, dove ho raccolto molte chips senza girare mai le carte. Ho spinto sull'insicurezza degli avversari e sulla loro stanchezza. Puntavano secondo me ad arrivare al final day e tiravano un po' indietro il braccio. Così, in quella fase, non sono mai arrivato a showdown. E anche il giorno dopo ho cercato di sfruttare il momento. Giocavano spesso face up, se mettevano resti avevano mano".
 

Ironia della sorte, esci dal team pro Cpt, vinci il primo torneo importante proprio a Campione d'Italia: "L'uscita dal team è stata consensuale tra me e il direttore Andrea Bettelli. Ci siamo incontrati in ufficio da lui per discutere il rinnovo e tra i miei impegni lavorativi extra poker e la sua idea di inserire e dare opportunità a un'altra persona di giocare nel team abbiamo deciso di interrompere il contratto. Siamo rimasti sempre in ottimissimi rapporti anche perché devo molto a loro, Campione is my home", sorride 'Dieguito' che ripete ormai questa fase come un mantra.
Quando si domina un livello si pensa a passare a quello successivo. Hai in programma tornei ancor più consistenti o è questa la size giusta per te? "Non credo di alzare il buy in, ho giocato tornei da 1.100 e anche di più ma, in generale, i tornei li scelgo in relazione al prize pool, all'ingresso e al field. E che field! Però mai dire mai, non ho uno schedule predefinito. Di sicuro avendo così vicino Campione d'Italia penso che giocherò tutti i tornei di questa casa da gioco indipendentemente dal buy in. Anche grazie ai garantiti davvero succulenti".
Ora sotto con il Wsop Circuit, ci sarai? "Certo che sì, ci sarà e giocherò sperando di riuscire a portare a casa un Ring! Non mi dispiacerebbe".
Eccitatissimo Raimondi, andiamo con la domanda al vetriolo: ma come mai tutte queste polemiche di chi critica i re entry, i low buy in, il famoso 'bingo poker'? Tu sembri proprio la persona ideale, l'eccezione che in questo caso, però, non conferma la loro regola: "Diciamo che la fortuna aiuta in qualsiasi struttura. Tuttavia penso che aiuti molto anche l'esperienza nei live e le capacità di adattamento ad un tipo di struttura. Non mi esprimo su re entry e altre polemiche, credo che ognuno sia libero di partecipare o no ad un torneo e scegliersi anche quale fare. Può piacere come non piacere, sono scelte. È vero molti si lamentano ma tutti li giocano, perché? E quelli che si lamentano sono i primi che li giocano! Un po' incoerente come cosa non vi pare? Un po' come in America, nessuno ha votato Trump ma è diventato presidente. Boh".

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