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La storia di Brando Naspetti profuma di talento: 'I miei odiavano il poker, l'IPO è un sogno'

08 giugno 2017 - 12:31

Brando Naspetti, vincitore di IPO24 si racconta e racconta a Gioconews.it tutta la sua storia ricca di coincidenze, segnali, buoni sentimenti e sintomi da campionissimo. 

Scritto da Cesare Antonini

Ha vinto IPO24 e il suo amico e coinquilino di grinding a Malta vinse IPO20. Ha bustato Alessandro Minasi nel day4 "vendicando" un'eliminazione di cinque anni fa ad un tavolo finale Ipt ed è riuscito a convincere definitivamente la sua famiglia che all'inizio era contraria alla sua carriera da pokerista. La vittoria dell'IPO24 da parte di Brando Naspetti chiude un sacco di cerchi e presenta così tante coincidenze da rimanere a bocca aperta. Emozioni che abbiamo vissuto in prima persona da IPO20 ad IPO24 e che abbiamo approfondito proprio con il nuovo "mister IPO", il player toscano Brando Naspetti, primo su 2.469 entries per una moneta da 300mila euro.

Abbiamo vissuto la vittoria di Guerrini, ora arrivi tu, che successo è? Di squadra, singolo, di un gruppo di amici. Chi c'è alla base di queste vittorie? "Non è una vittoria solo mia come quella di Michele ma di tutti. Vorrei tirare in ballo tantissime persone come Ulisse, il mio mental coach e i miei coach di poker che mi hanno aiutato a migliorare tantissimo, Simone Oddo ed Emiliano Conti. Devo ringraziare tutti i miei amici bolognesi che mi sono stati vicini soprattutto l'ultimo anno quando ho vissuto molti bassi, nulla di preoccupante, sono cose che capitano ma uscirne rischia sempre di essere complesso. Mi hanno aiutato e dato entusiasmo per continuare a giocare. Io per giocare e per farlo bene, devo avere tanta voglia e loro me l'hanno trasmessa prima, durante e dopo il torneo. Sono stati grandi".

Il poker porta spesso in superficie anche sentimenti genuini e bellissimi: "Decido questa vittoria a mia madre, mia sorella e mio padre, le tre persone che saranno sempre e comunque le più importanti della mia vita. Questo è quello che ho capito ultimamente. Se non mi sono demoralizzato per quel colpo famoso perso (AJ vs AA e trips di Jack per Fabio Gamba che sembrava aver sbattuto fuori mentalmente dal torneo Naspetti, ndr) è merito anche loro perché sono molto fortunato ad averli con me".

Che heads up e che final table è stato? "Ho vissuto il final table come se fossero tanti heads up. Un tavolo finale molto particolare in cui mi sembrava quasi di giocare testa a testa contro tutti. De Gennaro era partito un po' aggressivo poi si è un po' tranquillizzato parlandoci. Ho aggredito e ha mollato poi l'ho portato corto e l'ultima mano si è decisa con un colpo scritto, lui ha top pair col 9 e io coppia di 10. Deve chiamare i miei resti e poi per fortuna non scende il 9 che sarebbe stato un altro trips pazzesco dopo quello centrato da Gamba al day4".

Ecco dopo quella mano che ha segnato il torneo, come è andata con Fabio Gamba? "E' un amatore e pokeristicamente può avere mille difetti ma è una persona squisita e simpatica. A me piace trashtalkare e c'avevo già giocato al day3. Qualcuno si diverte, qualcuno si infastidisce e qualcuno non se la prende come lui.
Quando ha vinto quel colpo mi ha chiesto scusa tantissime volte, in tanti chiedono scusa e si giustificano ma a lui credo. Alla fine quella mano brutta l'ho persa lo stesso per cui non mi cambia nulla se dispiace o no ai miei avversari. L'importante era che io riuscissi a ripartire e ce l'ho fatta. Dovevo resettare tutto, ripartire da zero. E ci sono riuscito".

Un successo che arriva da lontano e che è stato possibile anche per l'aiuto di tante persone: "Parto dai miei coinquilini Michele Guerrini, Alessandro Giannelli e Gianluca Deledda che sono stati fondamentali per gestirmi e sopportarmi, divento anche pesante se tilto. Poi, come detto, Oddo e Conti di Pokermagia sono stati fondamentali, da lì è iniziato il mio percorso serio e ho iniziato a vincere concretamente".
Parliamo ancora della tua famiglia? "La mia famiglia non concepiva che io giocassi a poker ma poi ho dimostrato che la mia scelta era corretta. La mentalità è apertissima, mi hanno fatto nascere negli Stati Uniti, studiare nelle migliori scuole e alla fine ho scelto il poker. Con la vittoria dell'IPO ho dimostrato a tutti che facevano bene a sostenermi e che dovevano credere in me".

Coincidenze e segnali dal passato, come detto, ce ne sono a pacchi. Brando ha del predestinato: "Ho iniziato a giocare a poker con il mio amico Marco del Pino e vinsi un Sunday Special quasi senza saper giocare: 60mila euro vinti così. Poi feci un ottavo posto ad un Ipt di cinque anni fa uscendo con un colpaccio contro Alessandro Minasi che ho eliminato proprio in questo torneo nel late stage. Si sono chiusi tantissimi cerchi, è incredibile".

L'agenda di Brando per i prossimi mesi? "Ho già un pacchetto per Las Vegas, per le Wsop 2017, ho il volo pagato da un satellite e giocherò tornei. Forse adesso posso togliermi lo sfizio del main event. Un mese e mezzo fa ero a sbattere la testa sul monitor e ora posso giocare il torneo più importante del mondo. Chi se l'aspettava. Comunque penso di rilassarmi molto dall'online. Non mi diverto tantissimo in realtà a giocare e mi prendo una bella vacanza andando a trovare la famiglia e gli amici sparsi tra Toscana, Emilia Romagna e all'estero. Poi in giro posso giocare ovunque dove e quando mi va ma devo staccare".

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