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Poker live e le tasse all'estero: l'Europa interroga l'Italia e la Cge esamina i ricorsi dei players

26 settembre 2013 - 09:49

Due percorsi, uno da Roma al Lussemburgo e l'altro dalla Commissione Europea al Governo Letta. E tra qualche mese, al massimo un anno, il caso delle vincite dei poker players italiani all'estero tassate salatamente dall'Agenzia dell'Entrate, potrebbe arrivare ad una conclusione.

Scritto da Cesare Antonini
Poker live e le tasse all'estero: l'Europa interroga l'Italia e la Cge esamina i ricorsi dei players

Positiva o no, questo ancora non è dato sapere. Ciò che conta è che, stando alle informazioni arrivate da alcuni studi legali che hanno seguito dei giocatori perseguitati dall'AdE e dalla finanza per le loro vincite all'estero, l'Europa vuole vederci chiaro.

 

DUE VIE D'USCITA - Due iter, dicevamo. Il primo è quello di un rinvio di una causa di un giocatore che, rivoltosi ad un efficiente studio legale, ha messo letteralmente in crisi la Commissione Tributaria di Roma. Il secondo è un'indagine della Commissione Europea che si sta informando presso le sedi governative italiane su questa vicenda.

DA ROMA ALLA CGE – Alcuni giocatori hanno affidato le cartelle esattoriali arrivate dalla solita operazione 'All in' e che rischiavano di metterli in ginocchio, ad un importante studio legale. Il discorso sempre il solito: le vincite non tengono conto delle spese e dei buy in pagati. Andrebbero quanto meno calcolate al netto di queste voci. Così lo studio legale ha preparato dei ricorsi che hanno posto domande molto intelligenti costringendo la Commissione di Roma a inviare tutta la documentazione alla Corte di Giustizia Europea. In questa missiva i funzionari riconoscono che, almeno in Europa, vige il principio della non discriminazione. Insomma, pagare due volte le tasse sul suolo europeo non ha senso. In effetti i giocatori pagano già rake e fee ai casinò dove giocano e sono regolamente iscritti al registro delle tasse statali.

Tuttavia pare che nella lettera sia scritto anche un concetto piuttosto bizzarro: per motivi di ludopatia e antiriciclaggio si chiede una deroga (e quindi di tassare i giocatori) ai principi Ue. Mentre in Italia lo Stato incentiva il gioco e ha creato un'industry da 80 miliardi di euro di fatturato, all'estero i giocatori italiani sarebbero esposti alla ludopatia. E al riciclaggio. Fermo restando che il gioco pubblico esiste proprio per combattere anche questi fenomeni, purtroppo le distorsioni esistono. Ma esistono soprattutto in Italia e non certo per i tornei di poker che vedono partire per l'estero quasi solo professionisti.

La sensazione è che l'Ue precisi ancora una volta che la doppia tassazione è vietata, proprio come accadde per quella signora che vinse un super jackpot a Nova Gorica e lo Stato voleva tassarlo nuovamente. In più il poker, essendo un gioco d'abilità, ha dalla sua anche questo fattore.

LA COMMISSIONE VUOLE VEDERCI CHIARO – Parallelamente ad una serie di ricorsi che continuano a pervenire alla Cge per avere una risposta sulle posizioni finanziarie di alcuni players, la Commissione sta cercando di capire attraverso sue indagini cosa ne pensa il Governo italiano. Come mai si è deciso di tassare questi players che hanno già pagato soldi in tasse, seppur all'estero, e sostenuto spese ingenti ritrovandosi spesso con un pugno di mosche in mano? Oppure si sono ritrovati cartelle esattoriali su vincite di 20.000 euro dopo averne spesi 50.000, tanto per fare un esempio. L'Italia prima o poi dovrà chiarire questa posizione. Anche se, stando alle leggi Ue e alle argomentazioni degli studi legali che hanno ingaggiato i giocatori, ci sono poche speranze che il nostro Paese venga giustificato dall'Ue.

LA DISCRIMINAZIONE ANCHE NEGLI IMPORTI – Anche negli importi c'è discriminazione. Perché, infatti, in Italia la tassazione sta al 10-20% per la maggior parte dei giochi e le vincite all'estero l'AdE o la Finanza ha deciso di tassarle anche per importi pari al 43%?

Inoltre il divieto di discriminazione dei cittadini da uno stato membro all'altro (Articolo 18) è spesso correlata, anche dai giudici Ue, ai principi di libera circolazione di merci, beni, persone, servizi e capitali.

I TEMPI – I tempi della Cge sono di un anno per cercare di dare risposte abbastanza concrete ai cittadini. Potrebbe volerci il 2014 per conoscere l'esito di questi ricorsi. Più veloce l'indagine della Commissione che ha dato 60 giorni all'Italia per rispondere in merito alle tassazioni sui poker players con vincite all'estero. Forse tra un mese potrebbero già esserci pronunce interessanti da una parte e dall'altra.  

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