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Poker e fisco: vacilla l'operazione 'All in', in arrivo buone notizie dall'Europa

05 marzo 2014 - 12:37

L'Europa dovrebbe aver riconosciuto come valide le argomentazioni di uno studio legale italiano in difesa di uno dei tanti poker players italiani colpiti dalle cartelle esattoriali dell'Agenzia delle Entrate a seguito dell'operazione 'All in' sulle vincite in tornei live all'estero.

Scritto da Ca
Poker e fisco: vacilla l'operazione 'All in', in arrivo buone notizie dall'Europa


Non sono ancora rese pubbliche le motivazioni della sentenza della Corte di Giustizia Europea che dovrebbero essere pubblicate nei prossimi giorni ma potrebbe arrivare una grande svolta per tutti i giocatori coinvolti in queste cause contro le sanzioni che l'AdE e la Gdf hanno provato a comminare verso questi redditi difficilmente incanalabili nella normativa italiana.

 

Ecco la questione pregiudiziale avanzata dal ricorrente: "Se l’assoggettamento ad obblighi dichiarativi ed impositivi a fini fiscali delle vincite conseguite presso case da gioco di Paesi membri dell’Unione Europea da persone residenti in Italia, come previsto dall’articolo 67, lettera d) DPR n. 917 del 22 dicembre 1986 (TUIR), si ponga in contrasto con l’articolo 49 del Trattato CE, oppure se sia da ritenersi giustificato da motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica, ai sensi dell’articolo 46 del Trattato CE".
Il problema è quello della disparità di trattamento e discriminazione di un cittadino europeo da uno stato membro all'altro oltre al divieto di doppia imposizione in due Paesi dell'Ue. La linea difensiva non faceva una piega: perché pagare le tasse in Italia dopo aver già pagato un sostituto d'imposta in Slovenia, in Spagna o in Francia?
Naturalmente un parere di questo tipo a livello europeo è un'importanza rilevante e forse anche determinante per il futuro dei poker players.
L'operazione All in, insomma, inizia a scricchiolare. E qualche settimana fa Marco Della Monica, player campano, aveva messo in dubbio le fondamenta sulle quali si poggiavano le richieste esattoriali, ossia su una fonte aperta e quindi non certa alla quale sarebbe dovuto seguire un accertamento ufficiale e basato su documenti certi e certificati (i finanzieri avrebbero visitato solo HendonMob senza fare visita neanche ad uno dei casinò nei quali si sarebbero vinte le somme incriminate).

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