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Poker live e fisco: il 22 ottobre la sentenza sui ricorsi contro l'operazione All in

30 settembre 2014 - 11:33

Fissata per il 22 ottobre alle 9.30 la discussione dei ricorsi relativi alle cartelle esattoriali arrivate ai giocatori italiani Cristiano Blanco e Pier Paolo Fabretti per vincite conseguite in tornei di poker organizzati in casinò esteri.

Scritto da Ca
Poker live e fisco: il 22 ottobre la sentenza sui ricorsi contro l'operazione All in

Il tema è quello della libera prestazione dei servizi e la sezione della Corte di Giustizia è la terza.
L'avvocato generale che sta seguendo la vicenda è Cruz Villalòn e la sentenza verrà letta durante l'udienza perché la decisione è stata già presa dalla Cge. Non ci saranno dibattimenti ma solo la promulgazione della sentenza.
Il ricorso è contro l'Agenzia delle Entrate, direzione provinciale I di Roma, Ufficio Controlli.
La questione pregiudiziale è questa: "Se l’assoggettamento ad obblighi dichiarativi ed impositivi a fini fiscali delle vincite conseguite presso case da gioco di Paesi membri dell’Unione Europea da persone residenti in Italia, come previsto dall’articolo 67, lettera d) DPR n. 917 del 22 dicembre 1986 (TUIR), si ponga in contrasto con l’articolo 49 del Trattato CE, oppure se sia da ritenersi giustificato da motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica, ai sensi dell’articolo 46 del Trattato CE".
E' inutile sottolineare che questo tipo di pronuncia potrebbe cambiare tutta la storia di questi anni in cui i giocatori di poker italiani si sono visti incriminare per alcune vincite in tornei di poker all'estero, in sale da gioco dello spazio economico europeo. In parole povere sarebbe vietata la doppia tassazione in due stati membri visto che i players pagano già una fee per giocare tornei in casinò che, a loro volta, pagano tasse per la raccolta di gioco.
Tribunali locali e commissioni tributarie di vari livelli, provinciali e regionali, hanno già dato ragione ai ricorrenti ma, come nel caso della Commissione tributaria provinciale di Roma, i giudici hanno preferito rinviare il tutto all'Europa.
La speranza è che la decisione sia comunque inecquivocabile e che non si presti ad interpretazioni ulteriori in un senso o nell'altro per non riaprire una diatriba lunga e dispendiosa per tutti da un'aula di tribunale all'altra.

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