skin

Poker e fisco: il Governo studia una tassa sulle vincite nei casinò esteri

30 ottobre 2014 - 17:58

Un'applicazione anche alle vincite conseguite in case da gioco degli Stati membri dell’Unione Europea e degli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, così come avviene per le vincite ottenute in case da gioco italiane”.

Scritto da Ca
Poker e fisco: il Governo studia una tassa sulle vincite nei casinò esteri

E' questa la risposta del Governo all'interrogazione presentata dai deputati Mario Sberna e Paola Binetti (Per l'Italia) che chiedevano come avrebbe reagito l'esecutivo a seguito della sentenze della Corte di Giustizia Europea che aveva giudicato come illeggitima l'operazione dell'Agenzia delle Entrate che colpiva proprio queste somme vinte nei casinò esteri dello spazio economico europeo.
Il Governo starebbe preparando una nuova norma fiscale tassandole come imposte sostitutive sui redditi secondo il contenuto della risposta fornita da Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Ministero dell’Economia.
“Sentiti gli Uffici dell’Amministrazione finanziaria, si fa presente che è stata predisposta una normativa finalizzata a risolvere le riscontrate criticità sul piano della compatibilità della normativa interna con quella europea, attualmente all’esame della Commissione Europea”, conclude Baretta.

 

IL TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA - "Con il documento di sindacato ispettivo in esame, gli onorevoli interroganti, tenuto conto della recente sentenza del 22 ottobre 2014 della Corte di giustizia dell’Unione europea, segnalano talune criticità connesse alla tassazione delle vincite sui giochi. In particolare, nella citata sentenza si fa riferimento al fatto che le vincite realizzate in case da gioco situate in Italia sono esonerate dall’imposta sul reddito in quanto la ritenuta sulle vincite è compresa nell’imposta sugli intrattenimenti, mentre le vincite da giochi d’azzardo conseguite in case da gioco stabilite all’estero sono considerate come redditi e dunque assoggettati all’imposta sul reddito.

Ciò determinerebbe, dunque, una restrizione discriminatoria della libera prestazione di servizi all’interno dell’Unione europea in quanto i giocatori d’azzardo sarebbero dissuasi dallo spostarsi in un altro Stato membro per non assoggettare le eventuali vincite a tassazione ed, inoltre, tale normativa risulterebbe incoerente con l’importante obiettivo della lotta alla ludopatia.
Ciò premesso, gli onorevoli interroganti, alla luce della citata sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, chiedono di sapere quali iniziative normative il Governo intenda adottare nel sistema di tassazione dei giochi in Italia tenuto conto, altresì, dell’impegno della lotta alla ludopatia.

Al riguardo, sentiti gli Uffici dell’Amministrazione finanziaria, si fa presente che è stata predisposta una proposta normativa finalizzata a risolvere le riscontrate criticità sul piano della compatibilità della normativa interna con quella europea, attualmente all’esame della Commissione europea. Detta proposta prevede l’applicazione anche alle vincite conseguite in case da gioco degli Stati membri dell’Unione europe e degli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, così come avviene per le vincite conseguite in case da gioco italiane.

Per quanto attiene, invece, l’auspicio di rendere coerente l’impegno della lotta alla ludopatia al sistema di tassazione dei giochi, è opportuno rappresentare che l’attenzione del Governo verso questo problema resta alta, al punto che nel disegno di legge di stabilità per l’anno 2015 l’articolo 14, comma 1, prevede che nell’ambito delle risorse destinate al finanziamento del servizio sanitario nazionale, a decorrere, dall’anno 2015, una quota pari a 50 milioni di euro sia annualmente destinata alla cura delle patologie connesse alla dipendenza dal gioco d’azzardo".

 

Articoli correlati