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Imitation game, Cassazione conferma carcere per poker online illegale

19 settembre 2016 - 11:56

Cassazione conferma la custodia cautelare in carcere per due indagati nell'operazione Imitation game per poker online illegale.

Scritto da Fm

La Cassazione ha respinto i ricorsi di due indagati nell'ambito dell'operazione Imitation Game contro l'ordinanza applicativa della custodia in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Roma per associazione a delinquere,  organizzazione di partite di poker online senza concessione, truffa in danno dello Stato e interposizione fittizia di beni.

 

"Il Tribunale di Roma - ricordano i giudici - ha riscontrato la sussistenza del requisito di gravità indiziaria relativamente alla fattispecie associativa e della piena partecipazione di uno dei due indagati alla consumazione del reato, laddove ha sottolineato la ricorrenza di un programma criminoso del gruppo,
volto alla consumazione di una serie indeterminata di reati attraverso la creazione di un complesso
sistema denominato 'dollaro' ovvero di una struttura piramidale che utilizzava una piattaforma informatica attraverso la quale veniva gestito il gioco illegale (non licenziato) ed anche quello legale (licenziato), ed ha evidenziato che ai fini della prova della condotta partecipativa, non assume rilievo che agli indagati non sia stato contestato alcun reato fine poiché il reato associativo è reato autonomo rispetto ai reati fine, sicchè la prova della commissione dello stesso può essere data con mezze modi diversi dalla prova in ordine alla commissione dei reati fine".

 

L'indagato, si legge nella sentenza, era "parte attiva ai fini del mantenimento del sistema dollaro secondo il sistema del doppio binario lecito/illecito del poker on line e controllasse nel sistema illegale , 13 distretti e nel sistema legale 8 distretti, tutti diversi, con introiti documentati dai dati contabili e dati intercettativi chiari, dai quali ricavare la piena consapevolezza dell'opera prestata in favore dell'associazione".


Infine, il Tribunale di Roma ha evidenziato la sussistenza e l'attualità delle esigenze cautelari disposte per entrambi i ricorrenti "tenendo conto delle modalità della condotta illecita, caratterizzata dalla creazione della piattaforma informatica che, nonostante gli interventi repressivi da parte delle singole autorità giudiziarie, consentiva di sostituire i siti oscurati con altri siti illegali sempre riconducibili al sistema 'dollaro', siti ritenuti , sulla base delle risultanze investigative, rappresentate non solo dagli interrogatori degli indagati ma anche dalla nota dello Scico come ancora operativi e da cui ricavare la piena
attività dell'associazione e per essa dei sodali che da anni non hanno mai interrotto le attività delittuose rientranti nel patto criminale, utilizzando siti mutevoli per aggirare gli oscuramenti del'Autorità dei Monopoli e continuando ad operare nel settore del gioco e scommesse, con assoluta facilità ad accedere a
siti illegali tuttora aperti", conclude la sentenza.

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