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Liquidità condivisa e non congelata: ma l'Italia può perdere il treno

01 novembre 2017 - 11:54

Dall'EiG di Berlino un invito a proseguire con i lavori sulla liquidità condivisa: se l'Italia frena, il resto d'Europa guarda avanti.

Scritto da Alessio Crisantemi

Berlino - La liquidità condivisa in Europa si farà. Questo è certo. L'unica incognita, ad oggi, sembra essere la partecipazione del nostro paese, dopo i malumori suscitati nella Penisola da qualche presa di posizione della politica e l'annuncio di un'interrogazione parlamentare. Al di là dei movimenti interni italiani, tuttavia, il treno della liquidità internazionale e della cooperazione tra regolatori europei non si è affatto fermato. E, anzi, gli altri paesi si dicono pronti per partire, o giù di lì. Come emerso dalla Tavola Rotonda tra regolatori organizzata da Gioco News all'EiG di Berlino, la Francia sta lavorando dalla scorsa estate all'attuazione delle regole stabilite dall'accordo siglato a Roma lo scorso 6 luglio con Italia, Spagna e Portogallo ed è praticamente pronta a livello di infrastrutture. Lo stesso si può dire per la Spagna, con il responsabile della Dgoj Guillermo Olague, il regolatore spagnolo del gaming, che ha annunciato di essere in dirittura di arrivo con l'implementazione delle infrastrutture tecnologiche, convinto di concludere l'iter a metà dicembre. Con l'auspicio di poter quindi avviare i primi tavoli di gioco internazionali già a partire da inizio 2018.

 

L'Italia, dunque, non sembra essere un problema per la realizzazione di quella che potrebbe essere una vera e propria svolta per il mercato europeo del poker online: se non altro perché dal nostro paese non è stata annunciata alcuna interruzione dei lavori né tanto meno alcun rallentamento, in via ufficiale. Nonostante le agitazioni politiche siano di dominio pubblico e quindi note anche agli altri regolatori. Quello che è certo, però, è che il treno della liquidità internazionale è ormai partito e non ha intenzione di fermarsi. Anzi. Ciò significa che se l'Italia andrà avanti come gli altri paesi, potrà partire con la condivisione delle piattaforme di gioco come deciso a suo tempo. Altrimenti, in caso di interruzioni, gli altri andranno avanti comunque, guardando addirittura ancora più in la ed estendendo gli orizzonti, valutando cioè anche la successiva connessione con altri paesi, come il Regno Unito (il mercato di sicuro di maggiore interesse, per tutti) ed altri che si diranno interessati.
 
A proposito di interessamenti: anche Malta non si è detta indifferente alla liquidità condivisa. Come spiegato a Berlino da Carl Brincat, della Malta Gaming Authority, nonostante l'isola del gioco online non ha aderito all'accordo preliminare, non si tratta di una mancanza di interesse sul tema ma di una mancanza di condizioni. Spiegando chiaramente che, se ci saranno garanzie offerte dalle piattaforme condivise di tutela dei giocatori, allora anche Malta non esiterà a sedersi al tavolo della liquidità. Per un fenomeno che diventa sempre più globale è un treno destinato a correre. E sul quale l'Italia farà bene a salire, se non vorrà rimanere indietro.

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