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E vissero ancora tar-tassati e vincenti

04 luglio 2015 - 08:31

I giocatori live hanno ottenuto la vittoria più importante, quella dello scorso 22 ottobre in Corte di Giustizia Europea. Ma neanche l'ultimo grado di giudizio sembra averli 'scagionati' del tutto. La sentenza non solo va fatta riconoscere a suon di carte e marche bollate negli uffici statali, regionali e provinciali.

Scritto da Cesare Antonini
E vissero ancora tar-tassati e vincenti

Ma quella pronuncia è addirittura stata ignorata, sia in sede di giudizio, sia perché qualche cartella esattoriale continua ancora ad arrivare. Pazzesco davvero.

 

Se, 'mutatis mutandis', tutto quello che osserviamo da vicino nel gioco accade con le stelle modalità anche in tutti gli altri settori dell'economia e della vita pubblica allora siamo davvero senza speranze.

 

EUROPA TI IGNORO, ITALIA TI AMO? - Assai bizzarro quello che è capitato in Commissione Tributaria Provinciale di Perugia sull'ennesimo ricorso presentato dal poker player eugubino Carlo Braccini, uno dei veri 'tartassati' dal Fisco. Ebbene la Ctp ha espresso parere negativo al ricorso, senza dare nessuna motivazione nella sentenza depositata e senza fare il minimo accenno alla pronuncia dell'Europa su questo caso.

Quasi cento giorni di tempo in cui i giudici evidentemente non sono riusciti neanche a scrivere poche righe nella spiegazione di una decisione che assume i contorni di un film horror per il player umbro. La stessa commissione, infatti, con questa decisione è già arrivata a tre conclusioni differenti per casi decisamente analoghi seppur riferiti a diverse cartelle esattoriali di diversi anni fiscali. In un caso Braccini ha ottenuto la piena ragione, in un altro una specie di 'pareggio' e ora una sconfitta. 
Il giocatore ha assicurato di andare comunque avanti in una battaglia estenuante e ovviamente anche costosa con la speranza di ottenere il rimborso delle spese. I giudici, infatti, non hanno tenuto minimamente conto della sentenza della Corte di Giustizia Europea che si riferiva ai casi Blanco/Fabretti e che nel dibattimento al quale Gioco News ha potuto assistere a Perugia a gennaio, il fiscalista Sebastiano Cristaldi aveva posto al centro della propria arringa. 
Lo stesso Braccini è in attesa della pronuncia sul suo caso personale sempre presso la corte del Lussemburgo. Chissà se dopo aver ottenuto una sentenza simile e sul suo caso specifico i giudici ne terranno conto o no?

 

L'OPERAZIONE ALL IN NON HA ANCORA FOLDATO - “L'ultima cartella esattoriale mi è arrivata proprio nei giorni antecedenti alla mia partecipazione al Wpt National di Venezia che si è tenuto nel mese di aprile. In ogni caso, per l'anno fiscale 2009, il Fisco, nonostante la sentenza dell'Europa, continua a mandare accertamenti a noi poker players”.

La confessione è firmata Bruno Stefanelli, professional poker player leccese appena classificatosi terzo nella tappa veneziana del World Poker Tour Venezia ma con tantissimi risultati e una notevole esperienza live e online (era un Red pro di Full Tilt ai tempi d'oro del poker online mondiale).  

Una notizia che, purtroppo, era stata già prospettata. O meglio: nessuno aveva la certezza che l'Agenzia delle Entrate avesse sospeso tutta l'operazione comunicandolo agli uffici locali.

Tuttavia una conferma indiretta era arrivata dalla 'fatica' impiegata dai giocatori che avevano già vinto il ricorso in Europa (Blanco e Fabretti) e chi aveva addirittura vinto già in Commissione Tributaria nel nostro Paese (Carlo Braccini che anzi non ha potuto sfruttare le vittorie dei colleghi) e sta per ottenere la vittoria anch'egli in Cge, per vedere affermati i loro diritti. Ancora ricorsi, istanze, carte bollate e udienze per sentirsi dire che, finalmente e giustamente, quegli accertamenti sono irreali.

“Nella prima convocazione che ho avuto negli uffici dell'autorità fiscale ho subito riportato gli estremi della sentenza in Europa – racconta Stefanelli – tuttavia l'unica cosa che mi hanno riconosciuto come diritto è stata quella di presentare ricorso e quindi di aspettare la pronuncia degli uffici e, ovviamente, spendere altri soldi per avvocati e istanze varie”.

Il player leccese ha provato a spiegare le sue ragioni: “Ho cercato di far capire che quei soldi ormai non c'erano più tra spese e buy spesi e poi ripresi da altre vittorie. Ho chiesto di avere l'opportunità di presentare tutto il quadro economico delle spese e delle vittorie e non solo dei soldi ottenuti dai tornei vinti. E le spese di viaggio, gli hotel, le cene e i buy in dei tornei persi? Mi è stato solo detto che lo Stato chiede questi soldi e basta. Anche in quel caso l'unica strada erano le vie legali nelle sedi competenti”.

Ovviamente Stefanelli non è il primo a rimanere sotto choc ma i tempi in cui sono arrivati i suoi accertamenti aumentano lo sconforto: “Pensavo fosse tutto risolto o quanto meno che avrebbero posto la questione in altri termini. Mi sono reso conto che la materia in questione, il nostro gioco, la nostra professione, è totalmente sconosciuta alle autorità fiscali e che siamo ancora lontani da una soluzione del problema”.

 

E DARIO MINIERI È SEMPRE LUI - Il terzo caso che affrontiamo è quello di Dario Minieri, campione del mondo di poker e uno dei players italiani più famosi al mondo. In pochi ancora sanno che sulla sua testa pendeva da diversi anni una cartella esattoriale da 1,4 milioni di euro per le vincite conseguite nei casinò esteri.

Con la sentenza n. 6064/16/15 del 17.03.2015, la C.T.P. di Roma, ha accolto i ricorsi proposti da Dario Minieri, difeso dal legale. Massimiliano Rosa del Foro di Udine e dal fiscalista Sebastiano Cristaldi dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Trieste, annullando integralmente gli avvisi di accertamento emessi nei suoi confronti, con il quali il Fisco pretendeva il pagamento dell’inverosimile somma di circa 1,4 milioni di euro.

Nella ricchezza della casistica che abbiamo incontrato in questi anni se non altro c'è chi ha vinto 'pre flop', come diremo in pokerese. Sì, d'accordo', sul piatto Dario ha comunque dovuto mettere virtualmente quella somma ma, se non altro, la Commissione Tributaria ha annullato tutto chiudendo il caso dalla sua nascita.

A Minieri erano state inviati quattro avvisi di accertamento, per le annualità d’imposta dal 2006 al 2009, emessi dall’Agenzia delle Entrate di Roma verso la fine del 2012, con i quali si contestava l’omessa dichiarazione di diverse vincite conseguite presso Case da gioco estere, sia europee che extraeuropee, nonché di somme conseguite dalla partecipazione a giochi online, e ancora di altri importi movimentati dal ricorrente sui propri rapporti bancari e asseritamente non giustificati.

Ma un mese prima della sentenza la Ctp di Roma aveva accolto altri tre ricorsi proposti da Dario con la stessa difesa, annullando gli avvisi di contestazione emessi dalla medesima Agenzia delle Entrate romana, per asserite violazioni della normativa sul monitoraggio fiscale, derivanti dai trasferimenti internazionali di denaro connessi con l’attività di gioco.

I legali non hanno cantato vittoria: “Indipendentemente dalla definitività delle sentenze desideriamo sottolineare la soddisfazione per aver trovato nella Giustizia capitolina delle persone ragionevoli e sensibili che, con tanta pazienza e ammirevole perizia, hanno risolto positivamente un caso davvero complesso, contribuendo a far prevalere la Giustizia e lo Stato di diritto".

 

 

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