skin

Operazione All In: i poker players defraudati anche delle spese legali

29 luglio 2015 - 05:48

Nonostante la commissione tributaria abruzzese che ha dato ragione per ben due volte seguendo le ormai chiare indicazioni della Corte di Giustizia Europea al poker player Alberto Musini, sono ancora tanti gli ostacoli alle cause dei giocatori.

Scritto da Cesare Antonini
Operazione All In: i poker players defraudati anche delle spese legali

Specialmente per quello che riguarda la rifusione delle spese di lite. “In altre Commissioni Tributarie chiamate a giudicare vicende analoghe, nel dare ragione ai contribuenti, le spese legali sono state compensate, senza uno straccio di motivazione”. E' ancora l'analisi di Max Rosa, avvocato che ha seguito, insieme al fiscalista Sebastiano Cristaldi, la maggior parte delle cause contro l'Operazione All in.

 

“Desidero ricordare che con la Legge 18 giugno 2009, n. 69 – prosegue Rosa - il legislatore è intervenuto sul secondo comma dell’art. 92 c.p.c., allo scopo di moderare il potere del giudice nella compensazione tra le parti delle spese del giudizio, prevedendo che la compensazione possa avvenire non più in presenza di “giusti motivi” ma soltanto in presenza di “altre gravi ed eccezionali ragioni”. La riforma è ispirata non solo da finalità deflattive del contenzioso, per togliere alla parte soccombente ogni benevola speranza di compensazione delle spese in caso di proposizione o prosecuzione di azioni giudiziarie pretestuose o infondate, ma anche dallo scopo di limitare gli ambiti di discrezionalità del giudice, confinando il potere di compensare le spese in ambiti ristretti ed eccezionali. Alla luce di quanto sopra descritto, la compensazione è divenuta un ipotesi marginale, in quanto in generale le spese di giudizio dovranno seguire la soccombenza”.

Insomma meno discrezionalità per il giudice per decidere chi alla fine dovrà pagare le spese processuali. Ciò nonostante, nella prassi, le Commissioni Tributarie sembrano, secondo Max Rosa ignorare tali indicazioni del legislatore: “Le Ct provinciali o regionali continuano ad emettere decisioni pro amministrazione, ove viene letteralmente ignorato il dettato normativo in materia di condanna alle spese, e così il Fisco la fa franca nel 99% dei casi, sfruttando l'inerzia dei contribuenti che, a un certo punto, preferiscono lasciar perdere”.

E così la CTP di Roma, proprio nel caso Blanco Fabretti, ha compensato le spese di lite senza motivare: “Analogamente ha fatto la CTP di Venezia nel caso di altri tre ricorsi, annullati nel febbraio 2015 e, da ultimo, segnalo le recente decisione della CTR di Milano dello scorso 27 maggio. In tal caso è stata addirittura ribaltata la decisione di primo grado, con cui la CTP di Milano aveva confermato l’accertamento fiscale: la CTR ha accolto l’appello della difesa, annullando la pretesa erariale, ma ha incredibilmente compensato le spese di lite, senza motivazioni”.

E ora non rimarrebbe che la Suprema Corte di Cassazione per vedere riconosciuti i soldi delle spese ai players: “In effetti tutte le ultime decisioni citate andrebbero impugnate fino in Cassazione per il solo capo relativo alle spese, e sono assolutamente persuaso che i contribuenti, alla fine, avrebbero soddisfazione, perché si tratta di palesi e macroscopiche violazioni di legge, oltre che di casi di omessa motivazione: tuttavia, come detto, molti dei miei clienti rinunceranno a ricorrere, perché la sola idea di non avere più a che fare con un Fisco così abusivo ed arbitrario, li gratifica ben oltre il recupero dei costi di giudizio”.

Articoli correlati