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Tda conference a Las Vegas, come vanno riscritte le regole del poker live?

31 marzo 2015 - 10:47

Non c'è granché da cambiare e da discutere, il mio desiderio principale è seguire il volere dei players che vorrebbero che tutti seguissero le stesse regole per giocare sempre alle stesse condizioni e con le stesse garanzie dalle Wsop al Wpt fino all'Ept e a tutti gli altri circuiti.

Scritto da Cesare Antonini
Tda conference a Las Vegas, come vanno riscritte le regole del poker live?

Christian Scalzi, td italiano sempre più punto di riferimento per il World Poker Tour, dice la sua in merito alla prossima conferenza biennale che la Tournament Director Association terrà verso la metà di giugno, durante le World Series Of Poker, in quel di Las Vegas.
Si discuterà del regolamento dei tornei di poker dal vivo e, più che altro, si punterà a dirimere le principali questioni che potrebbero essere motivo di discussione al tavolo da gioco tra players e tra giocatori e il personale di sala che gestisce i tornei dal vivo.
Quali sono quindi i temi caldi della prossima conference? "Ma in realtà non vedo grossissime questioni da mettere sul tavolo per discutere. Due anni fa vennero risolte più o meno tutte le interpretazioni che erano motivo di polemica e discussione durante i tornei di poker. Forse si parlerà di shot clock, la novità introdotta alla Global Poker Masters dalla Global Index. So che il club inglese Dusk Tillt Dawn inserirà questa variante nei suoi tornei e sarà un banco di prova importante".
Quindi il poker dal vivo nei suoi regolamenti va bene così? "Di certo ci sarà sempre qualcosa da migliorare e usciranno fuori temi interessanti. Tuttavia - prosegue Scalzi - appartengo a quella corrente di chi pensa che non bisogna sempre stravolgere i regolamenti altrimenti così arriveremo a snaturare il gioco. Però, come detto, i giocatori vogliono trovare sempre le stesse regole possibilmente nei principali circuiti e location di gioco per sentirsi sempre nelle stesse condizioni anche se il torneo cambia brand, format, casinò".
Manca però un riconoscimento a livello internazionale ufficiale per estendere a tutti e possibilmente imporre un'uniformità di trattamento delle fattispecie al tavolo? "No, penso che invece questo board del TDA sia assai autorevole e tutti i giocatori possano avere fiducia e garanzia delle regole da parte di questa organizzazione".
C'è stata anche polemica sulla location tra Matt Savage e Alexander Dreyfus con il solito Sheldon Adelson a mettere zizzania nel nostro settore: "Ho parlato con Savage e con Dreyfus so che sono amici e alla fine il tutto si è risolto in un piccolo scambio di vedute. So che si sta cercando una soluzione alternativa al The Venetian ma non è ancora certo se l'evento verrà spostato o confermato".
Due anni fa, però, si cambiarono diversi approcci e c'era assai da discutere: "Sì, si parlò dei casi in cui i players si distraggono al tavolo e venne imposto un massimo rigore, della prima carta distribuita al tavolo che obbligava il giocatore a stare seduto per riceverla altrimenti sarebbe stato forzato il fold e di tante altre cose. In effetti se penso a qualcosa cui si dovrebbe puntare è lo show della winning hand. In pratica alle Wsop c'era questa volontà di vedere la mano vincente per aggiudicarsi il piatto. Adesso se all'ultima azione il better fa action e riceve il call e 'mucka' l'altro giocatore non è obbligato a mostrare. Credo che saremo completi quando tutti mostreranno la mano. E' giusto che quando faccio bet e ricevo il call io debba vedere le carte. In questo modo si eviterebbero tante discussioni, sospetti e supposizioni oltre che a presunte truffe, collusion, chip dumping e cheating vari", conclude Scalzi.

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