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Otto e mezzo: un dibattito serio ed equilibrato (finalmente) sul gioco d'azzardo

13 marzo 2017 - 03:39

La puntata di '8 e Mezzo' di Lilli Gruber su La7 con Andrea Piva, Marco Baldini e Andrea Frati sul gioco d'azzardo. 

Scritto da Ca

E brava Lilli Gruber.  Nel suo programma “Otto e Mezzo” in onda su La7 sabato 11 marzo, dopo il tg delle 20, la popolare conduttrice ha lanciato un dibattito dal titolo,  “Il paese dei giocatori d’azzardo”. Si parla ovviamente dei 95 miliardi di euro “fatturati” dal gioco pubblico in Italia e se questa somma può rappresentare un problema.  Premessa: la Gruber specifica subito che di questa somma ben 10 miliardi vanno allo Stato, una piccola parte alle società e per un buon 80-85% ritorna ai players sotto forma di vincita (payout). Ragionamenti semplici per gli addetti ai lavori, ma sempre bypassati da chi parla a caso e da chi fa opera quotidiana di demagogia populista. 

La costruzione della platea degli oratori merita un altro complimento: c’è Andrea Piva, ex poker player professionista, sceneggiatore e scrittore con un best seller in libreria davvero da consigliare a tutti come lettura, ‘Animale Notturno’ e poi  lo showman Marco Baldini e Marco Freti, educatore della comunità di San Patrignano che si occupa di dipendenza da gioco.
La discussione si articola in maniera libera e senza il solito politico o conduttore che imbraccia l’ascia pronta a colpire il ‘giocatore peccatore’. 
Baldini è ormai ‘ambassador’ del ludopate pentito e fa bene a portare la sua esperienza in giro: storia assurda assolutamente da conoscere per evitarla nel proprio percorso di vita. 
Ma illuminanti alcuni passaggi di Piva quando sottolinea che “il gioco per come lo intendo io  non è sedersi al tavolo quando si ha voglia ma solo quando si è studiata una strategia vincente”. 
Alla domanda se Piva sia affetto da ludopatia Andrea risponde: “Per guadagnare stabilmente dal gioco un professionista sa che bisogna immettere molto volume nel gioco e stare al tavolo per molte ore. Mi annoiavo molto, infatti. Non dico che non mi piacesse ma nel lungo periodo giocare e lavorare per vincere soldi può essere davvero molto duro”. 
Difficile trovare un dibattito così sereno, aperto ed equilibrato che ha riscosso i complimenti anche da parte di tanti telespettatori che non sono né players né haters del gaming. Dovrebbe essere questo, del resto, il fine di chi fa comunicazione. Dovrebbe. Giusto. 
 
 
 
 

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