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Poker e scommesse, Dyer: 'Noi calciatori inglesi ci rovinavamo così'

14 febbraio 2018 - 11:32

Poker, carte, scommesse, ecco come i calciatori inglesi hanno perso milioni di sterline: le confessioni di Kieron Dyer. 

Scritto da Gt

Perché l’Inghilterra nelle competizioni internazionali non ha mai combinato granché? Una spiegazione potrebbe essere quella contenuta nel libro di Kieron Dyer, ex centrocampista del Newcastle: “Giocavamo d’azzardo e scommettevamo fino ad accumulare debiti ingenti tra noi giocatori”. Il tutto accadeva tra poker, altri giochi di carte e scommesse, nei ritiri di club e soprattutto nella nazionale inglese.
A pubblicare alcune anticipazioni di un libro che si preannuncia interessantissimo, è stato il Daily Mail. L’ex giocatore anche di West Ham e QPR ha scritto con Oliver Holt “Old Too Soon, Smart Too Late: my story”.

Sono invecchiato troppo presto ma sono diventato intelligente troppo tardi, questo dice il titolo di un libro scandalo che svela tantissimi segreti riguardanti i problemi di gioco d’azzardo che affligevano tantissimi giocatori britannici. "Adoravo trovarmi in nazionale con un compagno (di cui non va il nome, ndr). O era il giocatore di carte più sfortunato che abbia mai visto oppure il peggiore. Penso di più la seconda. Ero felice di 'rubargli' i soldi. Sotto Sven Goran Eriksson non è stato chiamato molto, ma è stato un vero 'bonus' quando divenne ct Steve McClaren che ha iniziato a convocarlo regolarmente. Ogni volta in ritiro lo sfasciavo per tutta la settimana. Arrivò al punto in cui mi doveva così tanti soldi che mi chiese se poteva pagarmi a rate e istituire un ordine permanente per gestire i pagamenti. Poveretto, continuava a credere che la fortuna sarebbe girata, ma non è mai successo. Per un po' di tempo ricevetti bonifici da lui ogni mese”.
E poi alcuni particolari che faranno imbestialire i tifosi: “Non ci siamo qualificati per Euro 2008 con McClaren e probabilmente per lui fu una benedizione, perché alla fine del torneo sarebbe andato in bancarotta. Non molto tempo dopo il ritorno dalla Coppa del Mondo del 2002, uscì la storia che Michael Owen aveva accumulato 30 mila sterline di debiti giocando a carte in hotel e che io ero l'uomo a cui doveva pagare i soldi. Mi sentivo dispiaciuto per Michael. Si era offerto di essere il bookmaker in Giappone e aveva preso le scommesse di noi giocatori. Avevo fatto abbastanza bene e conquistato due vincite spettacolari. Avevo puntato 500 sterline sulla Corea del Sud vincente contro l'Italia nella fase a eliminazione diretta. Michael mi diede delle probabilità di 16-1. Vinsi la scommessa, quindi mi dovette subito 8500 sterline. Ma Michael aveva fatto soldi con altre persone e probabilmente ne è anche uscito alla fine. La quantità di denaro che giocavamo nel mio tempo passato con l'Inghilterra è cresciuta con il passare degli anni, finché non è arrivato al punto in cui pensavo ci fosse un enorme pericolo che destabilizzasse le persone e potenzialmente danneggiasse i nostri risultati. La gente crede che sia iniziata nell'era di Kevin Keegan, ma nella mia esperienza i livelli di gioco d'azzardo sotto Keegan erano piuttosto bassi. Tutto sembrava relativamente tranquillo. Alan Shearer e Gareth Southgate giocavano a carte, ma non credo che giocassero per soldi. Alcuni degli altri giocatori erano coinvolti in altri giochi e le somme erano relativamente piccole, un paio di centinaia di sterline qua e là".

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