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Facebook e lo sterminio delle pagine dedicate al poker live e online

22 maggio 2015 - 11:57

Pokerbastards, DSO poker open e tante altre pagine Facebook anche più piccole e magari meno conosciute di diversi Paesi europei, sono state chiuse dalla società californiana probabilmente per paura che questi spazi promuovessero iniziative commerciali.

Scritto da Giuseppe Tondelli
Facebook e lo sterminio delle pagine dedicate al poker live e online

A segnalarlo sui social network sono gli stessi proprietari della pagina che hanno ricevuto mail in inglese da Facebook che accusava i titolari di promuovere room e tornei ovviamente a scopo di lucro. 

 

Difficile ottenere la riapertura e il ripristino della pagina e dimostrare che non è assolutamente fondata l'accusa del piùimportante dei social network.
"Oggi a sorpresa ci hanno chiuso la pagina Facebook. Quindi invito tutti a venire su Twitter", ha twittato appunto Pokerbastards, uno dei siti che ha ricevuto il 'ban' dalla società di Zuckerberg.
Venerdì scorso pare sia capitato lo stesso alla pagina di Livepoker, altra pagina che non avrebbe ottemperato alla politica di Facebook. Anche in questo caso è arrivato un messaggio simile al quale i titolari della pagina hanno risposto che "è un collegamento ad una rivista che esiste da anni e che non promuove room illegali ma solo qualche articolo di promozione delle sale da gioco per giunta tutte autorizzate nei Paesi in cui operano".
Anche un altro sito di informazione, una rivista e la pagina del circuito di poker live DSO.
Secondo alcuni Facebook farebbe orecchie da mercante fingendo che la pratica del poker sia illegale. In questo modo, sfruttando spesso i dubbi che sorgono intorno alle leggi di alcuni Paesi, il social network prende e chiude i battenti delle pagine costringendo poi le società a riaprirne una e a investire in campagne di promozione per acquisire like.
In Italia non si hanno ancora segnali di chiusure. Qualche provvedimento è accaduto spesso per i profili collegati a siti e riviste. Al momento, in questi giorni, nessun sito specializzato e collegato al poker sembra aver avuto problemi. Francia e altri paesi potrebbero essere solo una prima tranche dei controlli e delle azioni 'punitive' degli 'scagnozzi' di Zuckerberg.
Se ci si mette anche Facebook a mettere in dubbio la regolarità del poker il mercato rischia di avere ancora tanti problemi.

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