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Usa, procuratori generali di Stato a Trump: 'No al poker online'

06 dicembre 2016 - 09:42

Dieci procuratori generali di Stato americani chiedono al presidente eletto Donald Trump di chiudere il poker in internet.

Scritto da Redazione
Usa, procuratori generali di Stato a Trump: 'No al poker online'

"Reinterpretare il Wire Act nella speranza di vietare casinò online legali e sale da poker". Lo chiedono dieci procuratori generali di Stato americani in una lettera indirizzata al presidente eletto Donald Trump e al vice presidente eletto Mike Pence.

 

Acquisita questa settimana dalla Poker Players Alliance (PPA) la lettera mette ancora una volta sotto attacco il poker online a Washington, DC.
"Noi sottoscritti procuratori generali inviamo questa lettera per esprimere la nostra profonda preoccupazione per l'attuale interpretazione del Wire Act e per chiedere il vostro aiuto nel ripristinare le protezioni del Wire Act", cita il documento indirizzato al team di transizione di Trump. "L'anonimato di Internet offre vaste opportunità per attività criminali, finanziamento del terrorismo e riciclaggio di denaro attraverso i siti di gioco online".

 

Tra i 10 procuratori generali vi è Adam Laxalt (R) del Nevada. L'agente di polizia leader per Louisiana, Michigan, Nebraska, North Dakota, Oklahoma, South Carolina, South Dakota, Texas e Utah rappresenta gli altri procuratori generali firmatari.
I sostenitori del poker online credono che gli avvocati generali abbiano bisogno di fare ulteriori ricerche prima di correre a conclusioni così stravaganti. Sarebbe anche stata prudente un'altra revisione della lettera in sé.
Nel terzo paragrafo gli avvocati sostengono che "gli adolescenti rappresentano la metà dei 16 milioni di persone negli Stati Uniti con dipendenze da gioco d'azzardo".

In tutto questo non va dimenticato che il più grande contributore alla campagna presidenziale di Trump è stato il miliardario Sheldon Adelson di Las Vegas Sands, e che uno dei suoi desideri è ribaltare un'interpretazione del Wire Act del 2011 fatta dal Dipartimento di Giustizia statunitense essenzialmente bloccando il poker online.
Ha usato i suoi immensi contributi alle campagne elettorali per convincere alcuni congressisti nel sostenere la restaurazione dell'America's Wire Act (Rawa). I senatori Lindsey Graham (R-South Carolina) e il Repubblicano Jason Chaffetz (R-Utah) hanno scritto le loro rispettive versioni del Rawa ma i progetti di legge sono stati estremamente impopolari in entrambe le camere.
Il linguaggio nella lettera dei procuratori generali ricorda da vicino argomenti avanzati dai sostenitori di Rawa.
 
Non è chiaro se Trump, un uomo che ha fatto molti dei suoi miliardi grazie ai casinò, sosterrebbe un divieto di gioco in internet. Si pensa che Trump sia a favore dei diritti dei singoli Stati ma, dal momento che ha una storia di voto legislativo pari a zero, è difficile individuare quale percorso preciso intraprenderà il presidente eletto.
Dal canto suo, come Governatore dell'Indiana, nel 2014 Pence ha esortato la delegazione del Congresso del suo Stato a sostenere Rawa. "Credo sia necessario per il Congresso ripristini l'interpretazione originale del Wire Act che proibiva il gioco d'azzardo a livello nazionale", ha detto Pence.

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