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Il poker rischia di sparire ma il gioco non può fare a meno delle sue storie

27 novembre 2017 - 18:10

Il poker online vale sempre meno a livello globale nel mercato del gaming italiano ma è troppo importante per lasciarlo morire. 

Scritto da Cesare Antonini

I dati ufficiali di ADM dimostrano che il poker online nel 2016 ha rappresentato lo 0.72% della spesa di gioco in Italia (138 milioni su un totale di 19,069 milioni, fonte: ADM Libro Blu 2016). E, secondo le previsioni del mercato continuerà a scendere sempre di più. Ma allora perché ci sono tante aspettative , tanto clamore e tanta voglia di hold'em ancora dappertutto?
Forse nel 2017 i dati complessivi potrebbero vedere un leggero aumento della spesa rispetto a quel tremendo 0,72%. Ma aspettiamoci qualcosa nell'ordine dei decimali, forse al centesimo di quella percentuale.

Del resto come diceva LOGiCO, la lega di operatori online punto it “l poker online è inoltre in calo costante dal 2011 e rimarrà una parte veramente marginale della spesa di gioco complessiva anche in seguito all’introduzione della liquidità condivisa con Francia, Spagna e Portogallo. Per un prodotto di nicchia come il poker non è possibile applicare le stesse logiche che stanno alla base della necessità di ridurre l’offerta di gioco di massa in Italia. La liquidità non creerà un nuovo boom del poker, ma è solamente uno strumento necessario ad evitare che le liquidità nazionali scendano sotto una soglia critica sotto la quale i siti regolamentati non saranno più competitivi e possano continuare ad essere un’opzione non solo sicura, ma anche appetibile per i giocatori e fonte di gettito per l’Erario”. 
 
 
Eccovi la doccia fredda che non aspettavate e che non vorreste mai sentire. Siamo una nicchia, possibile. Ma siamo gli unici in grado di raccontare storie. Al di là dei numeri, le storie del poker sono quelle che hanno affascinato da sempre, da prima del boom di Chris Moneymaker all'esplosione, quella vera, del gioco online in Italia. Se guardate il grafico dei dati del Libro Blu Adm vi renderete conto come, tra il 2009 e il 2011 si siano raggiunti numeri pazzeschi per qualsiasi altro gioco. Certo anche il calo è spaventoso ma sui motivi ci siamo spesso interrogati. Se i dati scendono sotto il muro dei 100 di quel famoso grafico cosa ci resta?
Piano piano dobbiamo riprendere a credere nel poker che live va ancora a meraviglia (se ci sono le condizioni) e online segna qualche ripresa.
I manager non possono e non devono, nel nostro caso, guardare i semplici numeri. Può essere un metodo valido e decisamente democratico spartire i marketing budget in base ai numeri che si producono. Ma se all'epoca del boom erano esagerati, adesso quei budget sono esageratamente iniqui e fuori focus. Cosa vogliamo dirvi? Semplice: il poker è una “porta” incredibile per qualsiasi sito di gaming. Chi l'ha capito ha avuto i suoi effetti pazzeschi. Specie in questo momento in cui la multicanalità è una ricchezza delle aziende di gaming ma anche un'arma a doppio, triplo, quadruplo taglio. Il “wallet” è unico e spostare le risorse dei players verso giochi a bassa longevità è un rischio. Il poker non è così. Il poker, boom o calo che si voglia considerare, l'anno prossimo compie 10 anni di “dot it”. Poco? Forse sì ma le storie del poker sono ancora lì e continuano a farsi raccontare. Non stiamo cercando contratti pubblicitari e deal. Stiamo cercando di portare avanti una baracca che ha tanti difetti ma che ha un fascino che altri “verticali” di gioco si sognano. Emozioni, cose belle, cose brutte, sensazioni, parabole tra gaming e real life che Bingo, Casino e Slot non ci racconteranno mai. Forse il betting.
Cercate, quindi, di disancorarvi dai dati, riaprite i rubinetti, magari grazie alla liquidità condivisa che non sappiamo ancora che fine farà. Ma non smettete di aiutare chi racconta queste belle storie, dai players a noi giornalisti. Salvate il “soldato” poker.

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