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Il poker live e online dopo le elezioni: dove siamo nella 'mano' con questi risultati?

05 marzo 2018 - 17:43

Quali sono gli scenari del poker live e online dopo i risultati elettorali delle politiche di domenica 4 marzo. 

Scritto da Cesare Antonini

Cosa aspettarsi dalle elezioni politiche di ieri, 4 marzo, per il settore del poker live e online? Bella domanda eh? Diciamo che ci troviamo "out of position" con 4 e 5 suited a cuori su un flop monotone a picche con AKJ: un po’ scomodi, insomma. Partiamo da un presupposto: il poker deve guardare al futuro del sistema concessorio italiano gestito dal braccio operativo del Mef, L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Le grandi aziende, eccezion fatta per PokerStars, offrono poker online ma anche slot, grattini, casinò online, scommesse. Insomma, se crolla il settore del gioco crolla anche il poker online. Questo per dire che non possiamo barricarci dietro al solito refrain: “Ma noi siamo quelli che puntano tutto sulle skills mica schiacciamo pulsanti a caso”. No, il gaming è un settore unito sotto questo punto di vista sebbene l’online rappresenti ormai una percentuale davvero infinitesimale del volume totale del gioco.

Questo ci fa aprire subito il link alla prospettiva della liquidità condivisa. Improvvisamente va a decadere quel barlume di speranza che aveva lanciato il sottosegretario Pier Paolo Baretta decaduto col suo Partito Democratico. Davvero navighiamo ancora a vista e al turn intanto è sceso un "7 di quadri", così, proprio per fare ancora più casino nella nostra “mano” ideale con la politica italiana.
Noi la nostra l’avevamo detta: l’importante è che il nuovo esecutivo abbia potere decisionale. Ora, vista l’analisi che abbiamo già effettuato su Gioconews.it, l’ingovernabilità sembra ormai cosa certa a meno che non si dovessero formare alleanze al momento assai improbabili. Perfetto, come non detto. Il rischio è proprio che il settore continui a vaneggiare nell’incertezza di un Governo che non può tenere il dritto il timone mancando la maggioranza sia alla Camera che al Senato.
Che river uscirà? Ormai stiamo foldando, sia chiaro. Siamo abbastanza sfiduciati per il settore che amiamo e che seguiamo da addetti ai lavori. La vittoria di partiti come Cinque Stelle e Lega Nord è negativissima per il gioco e per il poker. Sia i pentastellati che Matteo Salvini hanno sempre parlato molto male del gioco d’azzardo.

Il trasformismo dei “grillini”, però, è quasi ultimato: dalla negazione assoluta e al proibizionismo esasperato si è passati a nuove posizioni. “Beh il gioco produce tasse per l’erario non si può cancellare ma va regolato”. Ben diverso dalla cancellazione totale del settore ovviamente. Tuttavia la linea dei pentastellati è abbastanza “aggro” e piuttosto random. Di “pancia” l’azzardo è un male ma dobbiamo ricordare il grosso rischio di un divieto totale ma anche parziale.

La nostra idea è questa: si è creata un’offerta che ha generato una domanda e questo va regolato in maniera intelligente, non a caso. Alzare le tasse tout court, poi, è altrettanto irreale: i giochi producono già molto per l’erario ma la filiera è al limite della sopportazione di aliquote. Specie nel gioco online. Alzare tasse significa poi abbassare i payout e quindi penalizzare i giocatori. Giocatori che sono già penalizzati dall’azzardo, secondo i 5Stelle, una “tassa sulla disperazione”, come l’ha definita Di Battista da Fazio qualche settimana fa. Bene, quindi alziamo la tassa per speculare sulla disperazione magari per finanziare il reddito di cittadinanza? Qualcosa non torna.

E non torna neanche la rinuncia al gaming: le coperture per le casse dello Stato sono sempre più esigue e al limite. Bisogna regolare, non ridurre a caso e modulare la tassazione senza calcolare percentuali da strozzinaggio. Qualsiasi Governo andrà al potere questo dovrà fare. Speriamo.

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