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Poker online e liquidità: l'Europa 'mette la freccia' sugli States?

03 aprile 2018 - 16:29

Maggiore apertura ad un mercato legale condiviso a livello regionale europeo piuttosto che negli Stati Uniti d'America.

Scritto da Cesare Antonini

 

Vuoi mica vedere che la tanto criticata Europa, il vecchio continente, la culla dell'antichità, l'emblema del medioevo, della Santa Romana Chiesa, nel giro di qualche anno ce la ritroveremo come miglior mercato di poker online e gambling online al mondo?

Le notizie in uscita su Gioconewspoker.it nelle prossime ore e quelle che si sono rincorse negli ultimi mesi vedono maggiore apertura ad un mercato legale condiviso a livello regionale europeo piuttosto che negli Stati Uniti d'America, culla e patria del poker dalla sua nascita al suo boom. Negli States, in effetti, dopo lo sviluppo piuttosto repentino dei mercati (piccoli e limitati) come il Nevada e il Delaware e poi del New Jersey, decisamente più significativo, abbiamo assistito ad un evidente rallentamento. Tante le speranze, dal Maryland alla Pennsylvania o allo Stato di New York. Speranze, appunto. Finora, almeno, sono rimaste tali. Proprio da New York arriva la doccia gelata che l'iGaming non sarà nel budget 2018. Se ne riparla nel 2019.

Ricordiamo, poi, la grande illusione della California. Lo Stato decisamente più grande e che avrebbe contribuito in maniera significativa ad un mercato interstatale e condiviso. Anche qui, però, si slitta a data (anno?) da destinarsi. E con il mercato in evoluzione ma anche in piena crisi in alcune aree, le speranze di vedere aperti i tavoli di alcuni Stati si fanno sempre più remote.
L'Europa, invece, si è svegliata. Con i suoi tempi, sia chiaro. L'accordo tra i primi 4 mercati regolati è stato firmato a Roma a luglio 2017. Benissimo Francia e Spagna che hanno lavorato con efficienza invidiabile. Dopo 5 mesi il mercato "dot fres" è partito. In attesa del Portogallo nel giro di 8-9 mesi tre Stati possono già raggiungere i livelli di raccolta dei mercati americani regolati. Anzi, con l'apertura ai mercati europei non regolati e quindi al dot com e al dot eu, i mercati sono già molto concorrenziali con le pool internazionali.
Dell'Italia non diciamo nulla ma, ovviamente, l'ingresso della nostra "vasca" sarebbe l'ennesimo plus per la crescita del mercato.
E' facile prevedere che anche altri mercati possano entrare il questa liquidità regionale di cui il nostro Paese è stato capofila. Qualche mese fa c'era anche stato l'approccio al Regno Unito, a Malta. E se andiamo in la con la fantasia il New Jersey aveva cercato di aprirsi un ponte virtuale ma decisamente concreto con l'Europa. Avevamo iniziato a sognare un mercato condiviso tra Usa, Uk, Europa centrale e chissà qualche altra pool da mettere nel calderone comune. Forse meglio essere più realisti. Passo dopo passo, però, non siamo mica messi male in Europa.

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