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L'Italia delle Wsop più forte, consapevole e che la run sia con noi

18 giugno 2018 - 16:05

Gli italiani alle Wsop di Las Vegas, nuove consapevolezze, capacità evidenti e anche se la good run serve non può dipendere solo da quella. 

Scritto da Cesare Antonini

Max Pescatori è arrivato, Sergio Castelluccio pure, a fine giugno arriverà anche Mustapha Kanit ma a Las Vegas per le World Series Of Poker e tanti altri sono volati nella Sin City. Abbiamo già sfiorato due volte il braccialetto con l'improvvisa fiammata di Antonio Barbato e con l'ennesima meravogliosa deep run di Dario Sammartino in una delle varianti dell'hold'em.

Nei numeri siamo confortati dagli ultimi arrivi, nella qualità ormai abbiamo raggiunto un livello tale da poter gestire tantissime situazioni differenti. Inutile e dannoso dire che tutto dipenda dalla good run. Ok a certi livelli serve e soprattutto per arrivare fino in fondo a field vastissimi e di grande qualità oltre che ad altissima varianza. Ma se prima prendevamo schiaffi belli e buoni, adesso siamo molto più consapevoli e sicuri di noi stessi oltre che rispettati. Quindi solo la bad run può fermarci ma senza la qualità che abbiamo acquisito non si va da nessuna parte.

Capitolo Dario Sammartino: l'anno scorso l'abbiamo intervistato e c'ha confessato di iniziare a soffrire un po' questa assenza di primi posti, di titoli, di braccialetti. “Mi sento come un grande cannoniere che ha segnato tanto in campionato e in Champions League ma che non ha mai vinto né lo scudetto né la coppa”. Ovviamente per lui sono importanti i soldi, così come ogni poker player. Ma Dario è un winner nel cuore e nella testa e solo la bad run, in questo caso, può averlo fermato in questi anni insieme a tantissime situazioni che possono evenirsi a creare nel late stage. L'importante è non pensarci perché di deep run ne ha fatte tantissime ancora manca un mese di tornei. Siamo sicuri che arriverà presto questo titolo.
L'arrivo di Max Pescatori ci consola e ci riempie di gioia anche se avremmo voluto un destino diverso per lui e per i suoi cari. That's poker and that's life. Si dice? Boh, ma calza a pennello, purtroppo. Il “Pirata” è una punta di diamanete che può farci una bella sorpresa quando meno ce l'aspettiamo.
Dopo la manaccia che lo azzoppò nel late stage del main event dell'anno scorso, Sergio Castelluccio meriterebbe un risultato ben più importante. Lui che un Ring Wsop l'ha vinto in casa, in Italia, e ha diversi trofei compresi dei titoli Wpt, meriterebbe di completare con un braccialetto.
Carne al fuoco ne abbiamo. Anzi speriamo di metterci gli avversari, al fuoco, anche perché potrebbe arrivare pure qualche exploit di qualche player presente a Las Vegas e che non è proprio sotto i riflettori. Noi glielo auguriamo e ce lo auguriamo.
Come Gioconews.it saremo lì per il gran finale. Cercheremo di farvi vedere qualche lato delle Wsop che magari non conoscete ancora e lo scopriremo insieme.

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