skin

Decreto Dignità, stop alla pubblicità del gioco legale: ah ma non è Lercio?

25 giugno 2018 - 12:29

Nel Decreto Dignità il divieto totale di pubblicità del gioco d'azzardo: ecco gli scenari di una legge che rischia di fare largo all'illegalità e penalizzare il gaming pubblico. 

Scritto da Cesare Antonini

Singolare che per combattere un settore che pare mieta più vittime di droga e alcol, si parta dalla penalizzazione della parte legale senza iniziare a combarrere quella illegale. Parliamo di gioco pubblico, ovvio. E parliamo del decreto "Dignità" di Luigi Di Maio che tanta fretta ha di mandare in pasto alle camere e agli elettori per farlo diventare legge. A noi ricorda quella app lanciata dal quotidiano di fake news Lercio che ti impedisce di scrivere messaggi col cellulare quando sei in stato di ebbrezza.
Scherzi a parte, qua la situazione è assurda. Facciamo qualche considerazione in ordine sparso.2

Parliamo del divieto totale e senza se e senza ma della pubblicità del gioco d'azzardo. Benissimo, perfetto. Accomuniamo questo "vizio" in tutto e per tutto ad alcol, fumo e droghe? A livello sanitario dopo tanti anni non sappiamo ancora quanti, come, dove e quali sono gli affetti da ludopatie. La misura quindi è quella di oscurare il gioco pubblico?
Da qui l'altra considerazione: quando si affronta un settore che, per l'attuale Governo sembra il primo male del Paese da azzerare, si dovrebbe partire dall'offerta illegale, quella parallela. In questo modo stiamo oscurando i negozi e i prodotti di gioco sia retail che online col risultato di dare massima visibilità a chi già se ne sbatte di divieti e altro, ai siti dot com. Ora che tutti stavano allineandosi e rientrando nell'alveo della legalità, ecco che gli si offre l'ennesima sponda per proliferare.
Altra pregunta per i governanti "dignitosi": come mai in questi anni e in pochissimo tempo si è passati dal divieto totale del gioco d'azzardo all'ostinazione sul divieto della pubblicità? Qualcosa non torna. Sottobanco qualcosa è successo. Di sicuro qualcuno ha tirato la giacchetta degli oppositori al gaming legale dicendo: guarda che poi ci mancano 10 miliardi per chiudere il bilancio del nostro piccolo Stato. E che si apre definitivamente la porta all'illegalità. Quindi qualcuno ha barattato consenso e soldi. E il divieto di pubblicità sarà usato come propaganda per dire: avete visto abbiamo fatto quello che promettevamo? Vedendola dalla parte dell'omino "infognato" con le slot cambierà poco. Continuerà a rovinarsi.
Peccato che oscurando il gioco pubblico legale si apriranno autostrade per gli illegali e molte aziende che pagavano concessioni e tasse sui volumi di gioco in Italia scapperanno a gambe levate. Il risultato sarà lo stesso: il gambling legale sarà penalizzato e piano piano verrà sostituito dai dot com tornando ad una situazione paradossale dopo 12 anni di progressi per un sistema normativo stimato e imitato da tantissimi altri Paesi Ue.
Ultima considerazione: lo Stato perderà anche tantissimi soldi in concessioni e licenze. Voi paghereste per avere un'insegna che nessuno può vedere e pubblicizzare? Paghereste, specie online, una concessione che non può essere pubblicizzata in nessun modo? E come raggiungono gli utenti i siti autorizzati? Passaparola? Agenti illegali? Social network in incognito?
Ma davvero nel 2018 c'è ancora qualche politico che possa ragionare su divieti ASSOLUTI?
Noi siamo per una limitazione della pubblicità di un settore che aveva già iniziato una sua regolazione. Stop a pubblicità in tv, giornali e stadi. Stop anche alle sponsorizzazioni. Ma non si può vietare tutta la comunicazione. E' una decisione sconsiderata e anche difficile da applicare. Torneremo nelle bische. Contenti voi.
 

Articoli correlati