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Il Decreto Dignità potrebbe toglierci il racconto dei tornei di poker live legali

03 luglio 2018 - 10:50

Il Decreto Dignità rischia di mettere il bavaglio anche alla cronaca dei tornei di poker legali mentre i circoli illegali prolifereranno. 

Scritto da Cesare Antonini

Esiste il rischio che non potremmo neanche più pubblicizzare e raccontare i tornei di poker live e scrivere le storie delle gesta dei players che c’hanno regalato finora tante emozioni e spunti di riflessione per la nostra disciplina che tanto amiamo.

Il Decreto Dignità potrebbe impedirci anche di promuovere il poker dal vivo nei casinò e nei circuiti. Di sicuro rischia di fermare anche le sponsorizzazioni degli eventi mettendo in crisi le room legali che sono solo quelle dei casinò. In poche parole il settore legale viene oscurato (come Wikipedia, coincidenze strane no?) mentre voliamo sempre sui social e i circoli illegali di poker continuano a proliferare.

Mentre seguiamo un torneo dal vivo, a Saint Vincent, che avviene in piena regola, in maniera seria, pulita e responsabile. E mentre stiamo lavorando il Governo muta tutte le regole: rischiando di compromettere chi rispetta le leggi, e spianando la strada all’illegalità. E nel poker, lo sappiamo bene, ce n’è ancora molta, e diffusa. Non abbiamo niente contro i circoli, lo sapete. Abbiamo sempre difeso il poker in tutte le sue forme. Ma questa è la strada opposta a quella da percorrere. 
Mai un Governo nell’approcciare un settore, sia pure “a rischio”, ha pensato prima di limitare l’offerta legale invece di abbattere quella illegale? Rischia di passare un messaggio sbagliatissimo: meglio aprire una poker room illegale (ora anche il Consiglio di Stato ha definitivamente sancito l’illegalità dei circoli) che organizzare un torneo di poker in un ambiente legale e sicuro con ritorno anche per le casse dello Stato.
Per questo, a nostro modo di vedere (e a detta di molti osservatori ed esperti, anche internazionali) il decreto Dignità dovrebbe essere rivisto riflettendo su alcuni punti. 
Un conto è vietare la pubblicità del fumo un conto quella del gioco. Oltre ai rischi della salute certificati e reali, l'informazione nel gaming è fondamentale e la filiera è molto diversa rispetto a quella di un settore che dopo il divieto di pubblicità non è morto affatto. 
Noi l’abbiamo sempre detto: il gioco va regolato, l’offerta limitata, la pubblicità pure. Questa è però una misura 'da regime' che fa solo danni e non crea valore. Chi vorrà rovinarsi troverà il modo. Altro che redistribuzione delle risorse.
Bene, non sappiamo come andrà a finire da qui a qualche mese. Noi vorremmo solo poter continuare a raccontare le storie di poker e dei players aiutando a crescere la parte sana del movimento. L’abbiamo sempre fatto nella legalità.

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