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Col decreto Dignità via libera ai siti di poker online esteri e ai siti totalmente illegali

17 luglio 2018 - 12:21

Col decreto Dignità l'ultima spinta al ritorno ai siti dot com, alle dot retard e alla raccolta tramite canali ancora più borderline e totalmente senza protezione. 

Scritto da Cesare Antonini

Non per infierire, ma il decreto Dignità non farà altro che far rifiorire i siti “punto com” tanto combattuti in questi anni grazie a governi sensati e un’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ha lavorato professionalmente diventando modello anche per gli altri framework europei.
Ancora peggio: non siamo a rischio, siamo già nelle mani delle app cinesi, dei siti dot com americani ed esteri facilmente raggiungibili. E lì sì che i players si possono rovinare.

 

Sapete perché? Perché semplicemente c’è liquidità, si aprono tavoli e tornei di livelli di buy in molto più alti del mercato nazionale online italiano. Un mercato demonizzato da Luigi Di Maio. Quando abbiamo ascoltato le sue parole avremmo voluto urlare: “Signor ministro, per favore, ci dice su quale sito gioca che non parte un tavolo 5-10 o 10-20 da secoli e per fare un torneo che costi più di 15 o 30 euro bisogna aspettare una volta al mese o al massimo i domenicali?”. Evidentemente il leader dei pentastellati sa qualcosa che noi non sappiamo. O non sa di quello che parla. Lasciamo a voi lettori l’ardua sentenza.

 

La porta al dot com e ad un salto indietro di ben 12 anni sono pronti. In 12 anni sono passati 3-4 governi: possibile che tutti abbiano sbagliato ad alimentare i canali legali? Sull’eccesso di advertising e di comunicazione su alcuni media nazionali siamo d’accordissimo con il Dignità. Tuttavia vorremmo sapere, a parte i players che già sono registrati e che ovviamente non sono interessati dal divieto di pubblicità, come si potranno raggiungere i siti legali se non per sbaglio sul web. Mentre il gioco fisico rimane alla portata e alla mercé del “popolino”, gli utenti più skillati (notoriamente) che “surfano” sul web, potranno tranquillamente imbattersi sui siti illegali dove non c’è nessuna tutela per il giocatore a differenza di quelli marchiati Adm. Ecco a cosa servirebbe la pubblicità, almeno per il gioco online. 

Sì perché il passaggio è chiaro. Molti grinder per raggiungere volumi di gioco notevoli prima si sono trasferiti, ora trovano la soluzione per giocare su Americas Card Room (vietata anche in Usa) o su altre room e network come il circuito regionale europeo tramite PokerStars. Presto anche su Partypoker.
Per non parlare dei siti e delle app cinesi o orientali. Stesso meccanismo di Dollaro poker con agenti sul territorio che elargiscono serenamente vincite e incassano ricariche spesso portate “brevi manu” e con soldi spostati altrettanto allegramente online.
Ecco qual è la situazione online. Caro Governo.

In questi anni Adm e il Mef hanno anche lavorato per far rientrare in Italia i volumi di gioco di brand molto forti che hanno accettato di entrare nel mercato italiano pagando fior fior di tasse e rispettando i nostri consumatori con grande trasparenza. Adesso? Cosa rimangono a fare se sul web non sono più raggiungibili se non per caso?
Si parla tanto di danni sociali del gioco: nel poker online e crediamo anche negli altri verticali di gaming dei principali concessionari si tornerà agli albori del settore.
Forse dobbiamo tornare nell’illegalità più piena per far gridare allo scandalo gli stessi che oggi non capiscono i danni che stanno facendo? E ribadiamo, il ritorno alla bisca e al sito dotcom non è una storiella che c’hanno detto le lobby del gioco d’azzardo, è la realtà dei fatti che come analisti ed esperti del settore ci sentiamo di pronosticare. E la quota che accada questo non è giocabile.
 

Un’ultima cosa: basta chiamare lobby e delinquenti e sanguisughe e rovina dell’Italia chi ha lavorato per anni seguendo le regole e pagando le tasse. Sarebbe bello che l’attenzione degli attuali governanti si spostasse sui problemi reali del Paese e non sui “trend topic” di blog e pagine Facebook di alcune forze politiche con l’unico scopo di saziare i neorivoluzionari assetati di sangue.

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