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L'appello a Leon Tsoukernik e al King's resort: prendetevi subito i casinò italiani!

26 novembre 2018 - 17:48

L'appello a Leon Tsoukernik, patron del King's Casino resort di Rozvadov punto di riferimento internazinale per il poker live. 

Scritto da Cesare Antonini

Campione d'Italia chiuso, Saint Vincent quasi e tornei di poker sospesi, Sanremo sotto traccia, Venezia se ne frega. Un altro flash per il poker live legale sul territorio nazionale è semplice da fare. Qualora le nostre case da gioco dovessero riaprire i battenti lanciamo il nostro appello a Leon Tsoukernik, collezionista d'arte di livello mondiale ma, soprattutto, poker player e azionista e creatore del King's Casino di Rozvadov. La casa da gioco in questione è diventata nel giro di pochi anni punto di riferimento del live europeo e casa delle World Series Of Poker fuori degli Stati Uniti d'America.

Il nostro appello, quindi è: egregio Leon Tsoukernik venga in Italia e prenda in gestione almeno uno dei nostri casinò moribondi! Anche due se vuole.

Sì perché dopo essere stati finalmente al King's Casino di Rozvadov dopo la fine dei lavori della nuova ala del resort che si collega alla splendida sala Fabergé dove si gioca cash game e ai classici table games americani e francesi, possiamo giungere alla conclusione più banale che possa esserci. Che tra l'altro abbiamo detto già tante volte ma è così: cari manager dei casinò italiani prendete valigia e burattini e andate a lavorare da un'altra parte, possibilmente in un altro settore. Sia per quello che riguarda il poker live ma anche per i table games, per i servizi, per il lavoro a 360 gradi che solo a pochi passi dall'Italia (Slovenia? Malta? Austria?) riescono a fornire a livelli altissimi. Se non al massimo, come a Rozvadov.

Nell'intervista esclusiva che abbiamo realizzato con Federico Brunato, Poker Director del King's, abbiamo coniato insieme a lui la definizione del casinò in questione: l'esaltazione del concetto di resort, l'esaltazione dei servizi al player che si sente proprio “like a king”, come dice lo slogan coniato dai manager ingaggiati da Leon.
 
 
Tanto per darvi l'unità di misura di quello che stiamo dicendo, il King's per alcuni player che sono andati a giocare l'Italian Poker Sport concluso il 19 novembre scorso, è 4-5 volte il Perla: “Li ci troviamo benissimo per giocare a poker, qua è 5 volte il casinò sloveno”. Non ce ne voglia il gruppo Hit ma per certi versi il King's è anche 7-8 volte superiore a qualsiasi altra cosa abbiamo visto in Europa finora.
 
 
Le camere, poi, magnifiche anche se non prendi una suite al sesto piano dove c'è quella centrale di Leon vicino a quella di Fedor Holz. E scendi dalle camere in corridoi dorati (sì vabbé un po' kitsch lo è) con ascensori modernissimi in una pulizia pazzesca profumata dai deodoranti ambientali, e ti imbatti nella lobby dell'hotel, piuttosto piccola, ma dietro alla quale si apre la zona riservata alla King's Collection. Lì può capitare di vedere un Kandinsky appeso serenamente lì così come se niente fosse, o un Warhol da diversi milioni di euro di valore, tanto per gradire, insieme ad altri artisti moderni quotatissimi. Poi si entra nella sala Fabergé, quella ispirata al famoso artista che dipingeva queste mitiche uova diventate cult dal 1885 in poi con l'omonimo gioielliere che venne incaricato dallo zar di tutte le russie, di realizzare un uovo con sorpresa personalizzato ogni anno da lì in poi. Anche qui tutto un po' kitsch ma molto bello davvero con le grandi poltrone in pelle bianca dove giocare cash e alla immensa sala con 80-90 tavoli da poker dispiegati.
 
 
Al buffet si mangia gratis quasi tutto per tutto il giorno e al bar (ricordate i prezzi di Campione d'Italia?) i prezzi sono addirittura più bassi de baretto di una frazione di Ceprano laziale (con tutto il rispetto ma 2 euro una birra media, 2,50 uno Spritz e anche fossero 5 euro per un pregiato gin non li paghiamo sul serio neanche lì!) e il servizio è veloce, cordiale, efficiente.
Il lusso si deve pagare, certo, ma non è mica detto che un ambiente sia per forza esclusivo solo se si pagano 100 euro per una cassetta d'acqua frizzante (sempre a Campione eravamo su quei prezzi e non scherziamo).
 
 
Troviamo qualche leak. In molti dicono i transfer da Praga, Norimberga o Plzen al King's. Ok, vero, da Praga sono 130km ma ci sono tante navette, auto private che se in Italia ti azzardi a prenderle da Torino o da Malpensa per andare a Saint Vincent o Campione d'Italia ti conviene iscriverti all'high roller da 100mila euro per ammortizzare le spese in caso di itm. Per non parlare dei voli che, su Praga, costano meno di quelli Italia su Italia.
Poi c'è la Spa, la zona relax e un ottimo ristorante a prezzi comunque decenti (qui aumenteremmo la proposta almeno con un paio di locali).
Sì, torneremmo volentieri a Rozvadov in attesa che Leon prenda qualche iniziativa nella nostra, povera, Italia.

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