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Bancomat o piaga sociale? Il poker online distrutto dal Governo, i players già via dal dot it

24 dicembre 2018 - 12:54

Fine anno con stangata ma i conti senza il gioco non torneranno più: bancomat o piaga sociale? Ecco il conto della 'serva'. 

Scritto da Cesare Antonini

Ci sbagliavamo. E di grosso. Niente facilitazioni? Nessuna agevolazione? Sì tutto vero. Adesso, però, che scriviamo uno degli ultimi editoriali di fine anno, vorremmo tornare ad una settimana fa quando la stangata sul gioco online non era stata ancora sferzata. E' arrivato, quindi, il colpo di grazia per il poker "dot it" di cui abbiamo già parlato non appena il Governo Conte aveva "strisciato" la carta del gaming per fare l'ennesimo Bancomat in barba alla lotta alla ludopatia (ma sì basta con questa scemenza dell'azzardopatia).
Del resto Dibba lamentava la piaga del gioco d'azzardo da Fazio, prima delle elezioni. La chiamava una tassa sulla disperazione. Poi quando il conduttore gli chiese come avrebbero finanziato il reddito di cittadinanza lui la sparò (as usual) grossa: "Ovvio, aumentando le tasse sul gioco". L'ha detto veramente. Lo stanno facendo sul serio.
Adesso anche sul poker online considerato da Di Maio la piaga sociale del secolo. "Abbiamo abolito il gioco d'azzardo", come la povertà e la mafia, certo.

Sarebbe più onesto dire, "stiamo aumentando allo sfinimento le tasse sul gioco d'azzardo per portare alla distruzione il settore che tra margini e filiera arriverà al collasso".
Non possiamo mai credere che alcuni "alfieri grillini" siano convinti sul serio che i soldi non giocati andranno a finire nell'economia reale. Economia reale che sarebbe anche il gioco pubblico, fino a prova contraria, perché legale e legalizzato.
Facciamo quindi due conti della serva tanto la manovra è stata più o meno scritta così. La legge di Bilancio vale 33-34 miliardi di euro giusto? Dieci miliardi arrivano dal gioco giusto? Le previsioni tra Dl Dignità e aumento della tassazione sono di una riduzione progressiva sui 7-8 miliardi da qui a qualche anno giusto? Ora ci devono spiegare i nostri governanti come sarà possibile far tornare i conti dopo aver speso 10 miliardi in assistenzialismo e scongiurare la clausola di salvaguardia sull'Iva. Parliamo di 23 miliardi di euro, quasi una manovra.
Ecco quindi che il timore dell'insensatezza e della clamorosa improvvisazione prende il sopravvento. Oltre a quello della cocciutagine di non voler regolare il settore come si dovrebbe e non di andare avanti verso una strada che porta davvero alla rovina.
I giocatori di poker online senza liquidità sono già volati via come abbiamo già detto tra dot com, siti cinesi, app asiatiche e quanto di più instabile e pericoloso possa esserci per i players. E' questa la strada che si vuole perseguire? Sul serio? Temiamo proprio di sì.
Rischiamo di continuare a parlarci addosso e questo non ci piace. Vorremmo un confronto ma i nostri rappresentanti non riescono ad averlo. E questa passività spaventa, tantissimo. Solo mettere un piede nel burrone, forse, potrebbe far ragionare qualcuno. Ma non ne siamo così sicuri. Siamo soli ma siamo ancora vivi. O almeno credo.

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