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La lezione di San Marino (all'Italia) sul poker e sui giochi

10 gennaio 2019 - 17:39

Un evento da oltre 1 milione di euro in palio e migliaia di giocatori organizzato a due passi dall'Italia proibizionista. 

Scritto da Cesare Antonini

Ad un centimetro dal confine italiano si è giocato un torneo di poker live che ha portato migliaia di giocatori per una settimana e che non si poteva tenere da ormai sette mesi in un casinò, legale, italiano. L'Italian Poker Open di Andrea Bettelli organizzato con Euro Rounders e i Giochi del Titano, non può passare sotto silenzio. Non c'è passato, ovviamente. Ma noi vogliamo sottolineare e lasciare lì, impresse sulla pietra del Titano e su queste pagine, questo grande successo che, da una parte, ci fa anche tanta rabbia. Un evento da 1.776 entries solo al main event, numeri pazzeschi, hotel pieni, ristoranti pure, sicurezza e camerieri al lavoro, dealer, un indotto pazzesco, insomma. Il tutto in un hotel congressi, il Best Western Palace, che ha saputo adattarsi ad un torneo che veniva organizzato in un casinò di nove piani che era riuscito, negli eventi record, anche a soffrire l'afflusso dei players.

Ma i sanmarinesi e la Giochi del Titano di Salvatore Caronia, si sono rimboccati le maniche e hanno buttato dentro tutte le risorse e le forze che avevano. Qualche membro dei vari staff avrà lavorato anche 70 ore in sei giorni, ne siamo certi (noi sfioriamo quel monte ore!) quando in Italia la “campanella” avrebbe fatto fuggire via il dipendente di turno che, sgarrate quelle poche ore canoniche, doveva andare a casa a lucidare il Rolex o pulire l'appartamento da 400 metri quadrati. A due passi dall'Italia che sta per vietare la pubblicità dei giochi e vuole dare una stretta al settore senza non avere, però, la minima cognizione di causa di quello che si sta facendo, si è organizzato nella piena legalità e sicurezza e senza il minimo problema, un evento che ha messo in palio solo per il main event ben 861mila euro e altri 100mila euro nel side principale senza contare side, satelliti e cash game. Il tutto in un hotel di lusso e, ripetiamo, in un ambiente di gioco sano e legale.
Una lezione ai nostri governanti, non c'è dubbio, se si pensa che, tra l'altro, il field e i lavoratori dell'evento erano per lo più italiani. Questo è solo l'antipasto di quello che succederà se il gioco legale in Italia verrà affossato. A due passi, già succede, si può fare davvero tutto e in maniera anche più qualitativa. E, lo ribadiamo per essere sicuri al 1000 per 1000, nel pieno rispetto delle regole europee, internazionali sia a livello di gioco che di Fisco.
Non viene il dubbio a qualcuno che queste restrizioni siano senza senso? Dobbiamo per forza arrivare al punto che, nella storia di tutti i Paesi, fa dire ai governanti: conviene regolamentare il gioco perché ormai lo praticano tutti al di fuori dei confini nazionali e l'erario perde soldi freschi ma soprattutto il giocatore non è seguito, tracciato, protetto.
A due passi dal confine come in Slovenia, Austria, Malta (anche se c'è da fare un salto con l'aereo), Francia e poi già fino in Spagna o nella nuova meta per il gioco live e online, il Portogallo, si gioca liberamente e senza la spada della demagogia sulla testa.
Una situazione pazzesca quella che abbiamo più volte descritto per il poker live nei casinò italiani e nei club. E se deve andare così che vada pure così. Il poker non si ferma che sia a due passi dal confine o in un'altra location. Gli italiani hanno dato un segnale ben preciso, continueranno a giocare non importa dove. Si starà più scomodi o lontano da casa? Pazienza. Qualcuno, prima o poi, penserà che si sta commettendo un errore pazzesco. Perché dobbiamo per forza perdere tempo e dire “ve l'avevamo detto?”.

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