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Il poker d'Europa viaggia a suon di record, i casinò italiani vicini allo zero

09 settembre 2019 - 16:06

Le location d'Europa continuano a crescere mentre i casinò italiani nel poker live sono praticamente a zero. E col tempo la situazione non migliora. 

Scritto da Cesare Antonini

In tanti si domandano come sia riuscito Leon Tsoukernik a costruire quasi da zero e in pochi anni, la realtà pokeristica più importante d’Europa e tra le principali a livello internazionali oltre ad un ottimo casinò e ad un resort perfetto e a misura di giocatore. La domanda successiva di solito è: come mai l’Italia, con location del calibro di Venezia, Sanremo, Saint Vincent e Campione d’Italia, oltre ad altre migliaia di città e cittadine in cui verrebbe bene qualsiasi casa da gioco, non riesce neanche ad organizzare un torneino da 300 euro?

Incredibile ma vero, è proprio così. Un paesino sperduto nella foresta ceca, Rozvadov, ha raggiunto quasi 7.000 entries pochi giorni fa e, come c’ha raccontato il suo Poker Director, punta a 8.000 e quindi 10.000 entries con le Wsop formato Europe tutte a vivere e, seppur con altri numeri in previsione, saranno senz’altro da record. E le nostre città, nonostante possano ospitare serenamente i tornei di poker live (tutti i casinò potrebbero eccezion fatta per Campione d’Italia che è chiuso), sembrano fare finta di nulla.

Venezia dall’addio di Tilt Events e di un’altra organizzazione, non ha più minimamente pensato ad organizzare un evento di hold’em o di una delle tante varianti. Sanremo ha organizzato un IPO da record per poi fermarsi subito e rimanendo con uno schedule “da circolo”. Saint Vincent, velo pietoso: dalla politica alle schermaglie tra manager e consiglieri regionali e comunali, tutto sembra paralizzato. Eppure i numeri non confortano queste scelte. E mentre i casinò esteri fanno deal splendidi pur di ospitare aerei, pullman o macchine di giocatori di qualsiasi paese.

Non stiamo dicendo cose nuove ma stavolta vogliamo puntare il dito contro il management di casa nostra. Vorremo essere “partigiani”, “patriotti”, “nazionalisti”, ma di fronte all’evidenza dei fatti e dei dati c’è poco da fare. Ci sono tanti ottimi manager nei nostri casinò. Ne conosciamo tanti. Eppure il poker live sembra rientrare ancora incredibilmente in una gabbia eretta dall’antico retaggio negativo che si porta dietro. Eppure i soldi ora ce l’hanno quelli con le infradito: mica quelli con la giacca e cravatta.
Leon l’ha capita. In tanti lo sanno e fanno tutto quello che devono fare. Ci siamo stancati di scrivere di tanto in tanto la solita cantilena che l’Italia perde soldi, risorse, lavoro, tasse e a due passi da noi c’è chi (e fa bene) gode. Noi, ripetiamo anche questo, stiamo comunque bene anche in Europa. Ma che peccato.                                                                                       

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