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Governo a caccia di soldi dai giochi: perché non regolamentare il poker live?

07 ottobre 2019 - 08:31

Perché non regolamentare il poker dal vivo? I consigli di Gioconewspoker.it al Governo Conte. 

Scritto da Cesare Antonini

Per la rubrica "un consiglio per Giuseppe Conte", eccoci anche questa settimana, a rispolverare uno dei problemi annosi del settore del poker: il texas hold'em live e la sua mancata regolamentazione.
Con il documento economico finanziario del Governo in lavorazione, ci permettiamo di suggerire all'esecutivo, una serie di misure semplicemente da riattivare. Così, come sarebbe per la liquidità condivisa di poker online, perché non regolamentare finalmente il gioco dal vivo diffusissimo sul territorio con tanti circoli? E, come per la condivisa, anche in questo caso, basterebbe riattivare quella legge del 2009 generata dall'emendamento di Ida Germontani e che prevedeva l'esercizio di questa disciplina in tutto il territorio nazionale tramite gara per affidare 100 concessioni del valore di 100mila euro ciascuno come basa d'asta. Tutto rivedibile e corregibile, ci mancherebbe, ma si tratterebbe di un'altra via per reperire risorse per lo più facendo emergere una raccolta praticamente illegale o, quantomeno, borderline.

Non ce ne vogliano i club attualmente aperti sul territorio ma possibile che ai "crociati" contro il gioco d'azzardo che attaccano principalmente quello legale, sfugga questo sottobosco di raccolta illegale e di players totalmente senza protezione e tutela legale?

Se il fine ultimo è quello di difendere i cittadini dalla malattia del secolo, il gioco d'azzardo (questo sembra trasparire) allora i club dislocati sul territorio andrebbero quantomeno regolati e tutelati anche se pagherebbero molte più tasse. Il gioco d'abilità che vi si pratica non dovrebbe, poi, snatutare in una serie di format e modalità che ammazzano le skill e puntano solo alla raccolta di montepremi spesso garantiti.

Eccoci, quindi, a lanciare nuovamente un appello all'attuale politica che lascia spirare ancora il vento contro il gioco d'azzardo ma solo nelle direzioni in cui continua a fargli comodo a livello elettorale. La protezione del cittadino non esiste visto che i giocatori sono esposti solo a giochi sempre meno remunerativi (e i players ludopatici sono ancor più danneggiati dall'aumento della tassazione) e all'illegalità, visto che laddove si espelle il gioco legale prolifera quello illecito. E lo Stato non fa altro che prendersi gli oltre 10 miliardi di euro di raccolta altrimenti i conti non quadrerebbero neanche se dovessimo venderci il Colosseo e l'Arena di Verona.

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