skin

Perché la manovra fiscale può rappresentare il colpo di grazia al poker online (e non al live)

17 ottobre 2019 - 16:28

La Manovra fiscale 2020 del Governo 'giallorosso' potrebbe rendere ancora meno appetibile il poker online. Salvo il poker live. 

Scritto da Cesare Antonini

La tassa sulla fortuna potrebbe essere applicata sul poker online ma, sul live, niente inasprimento delle aliquote. Il condizionale è d'obbligo ma la manovra fiscale del Governo "giallorosso" potrebbe aumentare l'effetto espulsivo dei giocatori di poker italiani verso i i siti dot com col rischio di vedere altri grinder lasciare il Paese pur di continuare a giocare e fare il loro lavoro. E le room italiane rischierebbero la chiusura. E neanche la liquidità condivisa potrebbe salvare il verticale di gioco online in questione.

Ma andiamo per ordine. Perché il condizionale? In realtà ancora non esiste una versione certa e dettagliata del pacchetto di norme sui giochi nel prossimo Def del Governo Conte. Tuttavia in questi giorni è spuntata una nuova impostazione della "tassa sulla fortuna". Non è ancora specificato ma, va da sé, che ogni vincita sui giochi del bouquet autorizzato dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, andrebbe tassata. Oltre al Lotto, al SuperEnalotto e alle slot e alle vlt, anche il gioco online, e quindi poker e casinò, potrebbero farne parte. E gli scaglioni sono ancora più aspri.

Come funziona? Il decreto fiscale collegato alla manovra modifica l’attuale tassa del 12 percento sulle vincite superiori a 500 euro si trasforma in un prelievo progressivo: chi più vince più paga al fisco italiano. Fino ad arrivare al 25 percento nel caso di vincite superiori ai 10 milioni di euro.

Questi gli scaglioni dell'aliquota:

del 15% per vincite tra 500 euro e 1.000 euro;
del 18% per vincite tra 1.000 euro e 10.000 euro;
del 21% per vincite tra 10.000 euro e 50.000 euro;
del 23% per vincite tra 50.000 euro e 10 milioni;
del 25% per vincite oltre i 10 milioni.

Per il poker online, ovviamente, si tratta di una bella mazzata anche se per il livello di prizepool, sembrano essere solo i tre scaglioni ad essere interessati nella maggior parte dei casi. Difficile ormai vedere prime monete superiori ai 50mila euro.

Da specificare che si tratta di una tassa "invisibile" e che il prelievo sarà sempre e comunque alla fonte. Se il giocatore vincerà un torneo, la somma non verrà decurtata successivamente. I sistemi avranno già calcolato tutto e non bisognerà dichiarare nulla all'erario. Ma, naturalmente, il payout scende e l'appeal del "punto it" è a rischio.
Per il poker live niente di tutto questo. Le vincite nei casinò italiani sono salve. Il problema è che solo Sanremo ha un palinsesto di gioco dal vivo. Il regolatore sembra davvero fare il contrario di quello che servirebbe. Dietro la voglia di limitare il gioco si continuano a fare danni al settore e si spingono i players sia verso i siti dot com non autorizzati, che, soprattutto, verso i casinò esteri e i circoli non regolati o legittimati da sentenze pregresse sul territorio italiano. L'offerta di gioco rimane quella, vengono solo tassati i giocatori che rispettano le regole sul dot it anche se diventeranno pochissimi.
Per le vincite nei casinò esteri, comunque, nessun problema. Lì continueranno sempre a valere i divieti di doppia imposizione sanciti nella sentenza Blanco/Fabretti del 2015 presso la Corte di Giustizia Europea. Lì il governo ottuso e incompetente non potrà arrivare.

Articoli correlati