skin

Il Battle of Malta fa record anche di polemiche: shit storm sui 'sexy' dealers del ladies event

21 ottobre 2019 - 10:06

Polemiche per il ladies event coi 'sexy' dealers al Battle of Malta: l'indignazione delle giocatrici e l'attacco della Montealegre. 

Scritto da Cesare Antonini


Infiamma la polemica per i dealers del Battle of Malta a torso nudo, modello "chippendale" Las Vegas (un noto gruppo di spogliarellisti, per chi non li conoscesse), che si sono presentati nella sorpresa generale nelle immense sale dell'Hotel Intercontinental, al Casino Malta, per un ladies event che ha raccolto circa 100 giocatrici. Solo un papillon e dei polsini con tutti i dealer, rigorosamente uomini, invitati dall'organizzazione a presentarsi con questo outfit decisamente aggressivo.
Facciamo una premessa: sospendiamo il giudizio. Perché? Perché non abbiamo vissuto l'evento e, per esperienza, parlare da fuori è sempre troppo facile. La dietrologia da divaning, il leonismo da tastiera non ci appartengono e, siccome lo combattiamo quando ne veniamo bersagliati, stavolta vogliamo distinguerci.
Tuttavia alcune considerazioni vanno fatte e, soprattutto, arrivano pesanti bocciature a questa trovata da parte di chi era lì che, per onor di cronaca, dobbiamo riportare.
Partiamo dai pesanti tweet. Su tutte una giocatrice che gravita spesso su Malta, Daiva Byrne "Baltic Blonde": "Non sono sicura di come il Bom pensi che questo sia un espediente accettabile per un ladies event. Come la maggior parte delle donne qui trovo tutto questo avvilente sia per i giocatori che per i croupier!". Un commento che lascia ben poco spazio all'interpretazione e che riporta il sentiment generale delle donne che si trovano in quel di Malta.

Dello stesso avviso un'altra giocatrice, Clodagh Hansen che rincara la dose delle Byrne: "Sono piuttosto inorridita e, anche se comprendo che l'intenzione fosse quella di divertire il pubblico, la realtà è che è stata interpretata come una presa in giro per le donne del poker".

E la stessa Hansen lascia intendere che Mpn Network, uno degli sponsor dell'evento, non fosse stato avvertito della singolare iniziativa: Non siamo sicuri di quale livello di gestione abbia approvato tutto questo ma sospettiamo che indossino i boxer piuttosto che gli slip". E poi ancora: "Buona fortuna signore, scusateci, di sicuro noi vorremmo sconfiggere il patriarcato!". Il sessismo, insomma, e il maschilismo.
Ad entrare a gamba tesa l'ex manager del Bom e ora del Malta Poker Festival, Ivonne Montealegre: "Signore e signori, abbiamo raggiunto un nuovo punto più basso. Sono così imbarazzata e delusa. Io mi fermo qui qui. Il problema è il nome dell'industria del poker a Malta e in generale. Triple face palm. Abbiamo lavorato così tanto per aumentare il gioco e gli standard in questo Paese. Per un piccolo gruppo di individui portarlo a questo livello. A nome del WPA (Vegas) presenterò un reclamo. Sarà la prima cosa che farò domani".
Un attacco pesante considerando che tra qualche giorno partirà proprio il Malta Poker Festival al Portomaso, pochi metri in linea d'aria sopra al Battle. I commenti al post della Montealegre, comunque, bocciano all'unanimità la trovata dell'organizzazione che, in ogni caso, pare sia stata impeccabile per il resto del torneo, tra main da record e side.
Se l'obiettivo era quello di far discutere beh, è stato centrato col massimo del punteggio. Come detto, non ce la sentiamo di sparare sentenze. Non è giusto nel rispetto dei lavoratori e degli addetti del torneo.
Certo, visto il passato, avremmo sconsigliato vivamente questo format. Al di là dei dealer che non potevano essere dei modelli lucidi e tirati dei Chippendale di Las Vegas o dei Centocelle Nightmare, sappiamo bene come la pensano tante donne dei ladies event. Noi lo troviamo un evento utile per avvicinare (sì, ancora oggi) le donne al gioco ma molte giocatrici ne hanno un'opinione bassissima. Sì perché (ricordiamo le discussioni con Carla Solinas su tutte) riservare un evento per le donne sembra volerle ghettizzare o relegarle ad un livello di gioco più basso. Stesso discorso per le famose "quote rosa": se una donna è brava a lavorare o a giocare non ha bisogno di "quote" ma di essere riconosciuta solo per le sue qualità. Siamo nel 2019, teniamolo a mente.

Articoli correlati