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I poker player italiani su tutte le furie: ecco perché siamo noi, adesso, gli esclusi

02 marzo 2020 - 16:03

Il poker d'Italia non prende bene l'esclusione dal King's Resort di Rozvadov, ecco cosa è successo e perché trovare un colpevole è davvero dura. IPO ok, Wsop in dubbio. 

Scritto da Cesare Antonini

E' proprio vero, finché le cose non ti toccano personalmente sono in pochi quelli che riescono ad avere una percezione reale di ciò che accade nel proprio contesto e, in generale, sul pianeta Terra. Il blocco dei players italiani al King's Resort di Rozvadov ha mandato su tutte le furie i tanti giocatori che avevano prenotato volo e hotel ma che si sono inalberati perché, al momento, risultano gli unici esclusi dalla Repubblica Ceca insieme alla Corea del Sud.

Vanno però precisati alcuni aspetti: innanzitutto la decisione arriva dai due casi di positività che pare siano stati importanti nello Stato in cui si trova Rozvadovm proprio dall'Italia; e a decidere è stato il King's ma, ovviamente, su consiglio del governo ceco e dai piani alti della società che gestisce il casinò. Questo per dire che la direzione del poker ha preso a malicuore la decisione dopo aver lavorato per mesi per creare un field azzurro di dimensione numerica decisamente importante; e va anche detto che la Repubblica Ceca ha chiuso ormai da un paio di giorni i voli da Sud Corea e Nord Italia e, in particolare da Milano, Venezia e Bologna, i principali aeroporti che consentono ai players di arrivare in massa a Roz (in realtà sono tanti quelli che scelgono l'auto). Questo per due settimane anche se potrebbero essere prorogate. L'ha detto il primo ministro Andrej Babis.
Una decisione "close", quindi? In realtà in molti hanno reagito malissimo e, come anticipavamo sull'articolo che dà la news dei due mesi di stop ai nostri giocatori, si stanno domandando che senso abbia bloccare adesso noi italiani che, in qualche modo, abbiamo circolato già in piena emergenza. Qualche players, infatti, pare sia stato invitato ad allontanarsi dal King's proprio ieri, domenica 1 marzo, in pieno evento German Poker Days.
A penalizzarci senza dubbio le notizie che danno i casi cechi contagiati proprio in Italia e al rientro dal nostro Paese. Da qui la discriminazione dei players azzurri. I nostri, e condividiamo, se la sono presa con la gestione pressoché dilettantistica e da "strilloni" dei nostri governanti e dei colleghi della stampa generalista. Abbiamo già detto che condividiamo? Allora lo sottoscriviamo. Siamo noi, adesso, gli esclusi.

Detto questo ci sembra davvero esagerato prendersela sic et simpliciter col King's e il suo staff. Ci sarà modo di riparlarne. Ora la ferita brucia. Anche a noi che saremmo dovuti volare forse per la coda Wsop Circuit e di sicuro per IPS che voleva rifare il boom come a novembre 2019. Sappiamo che è stato fatto di tutto pur di proseguire il torneo. Ma è stato, purtroppo, annullato.
Parlando di brand reputation sul mercato italiano, il King's dovrà fare i conti con un calo del valore della stessa. Anche in questo caso siamo sicuri che questo enorme caos del coronavirus passi e che ci sia l'opportunità di riavvicinare field e organizzazioni con Rozvadov e Praga, ovviamente.

La stiamo facendo lunga ma il finale dobbiamo dedicarlo alle World Series of Poker e agli altri tornei.
Intanto, IPO Nova Gorica si fa! Per il momento tutto confermato con mezzo milione in palio 12-17 marzo, tra dieci giorni mentre scriviamo.
E le Wsop? Bella domanda. In Usa si affaccia ora il virus e mancano ancora due mesi scarsi. Bisogna capire come evolve la situazione ma, in questo caso, concordiamo con i players: non c'è miglior posto per diffondere un virus del genere. Saremo però in piena estate nel deserto del Nevada e, forse, saremo fuori pericolo. Per ora anche le Series vanno avanti a spada tratta e non scricchiolano affatto. I players ne parlano ma la speranza è che tutto si attenui molto prima. Soprattutto per noi, ovvio.

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