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Poker live e Covid-19: i club live senza punti di riferimento per la Fase 2, dubbi anche sui casinò

14 aprile 2020 - 15:51

Poker live difficile ripartenza nelle fasi previste dal Governo e dal comitato scientifico dopo il confinamento sociale per Covid-19. 

Scritto da Cesare Antonini

Che tempi per la riapertura del poker live in Italia o, comunque quando si potrà tornare a giocare dal vivo per i players di casa nostra? E’ davvero un bel rebus quello dell’Hold’em in tempi di coronavirus. Ed è davvero difficile, se non impossibile, fare una previsione sui tempi e sui modi di quando e come si potrà a giocare live nel nostro Paese e nelle case da gioco limitrofe.

Proviamo a fare qualche ragionamento a voce alta dandoci anche la mission, nei prossimi giorni, di cercare di capire cosa ne pensano gli addetti ai lavori anche se, va detto, nessuno di quelli interpellati formalmente e informalmente, sono riusciti a darci un’idea precisa della Fase 2 del poker live. E, la premessa è d’obbligo, è comprensibilissimo che sia così.

Andando a sbirciare le varie ipotesi stilate dal Governo e dal comitato tecnico scientifico e che circolano sui media nazionali in attesa dell’ulteriore analisi della nuova task force nominata da Giuseppe Conte, è impossibile collocare i circoli di poker live sparsi sul territorio. Di sicuro quelli che hanno un bar collegato, dovranno fare riferimento all’ipotesi del 18 maggio come riapertura. Tuttavia i poker club, seppur sorretti da un alveo di legalità sottilissimo e dovuto al ritardo incomprensibile (11 anni) dello Stato che avrebbe dovuto produrre un regolamento attuativo, non sono inquadrati in nessuna attività legale e non hanno, ovviamente, un codice Ateco dedicato.

Sarà impossibile sapere quando riaprire e, soprattutto, non ci sarà nessuno che, a differenza di bar, ristoranti, sale scommesse e sale slot e gaming hall, potrà dire se è legale o meno giocare attorno ad un tavolo con carte e chips. Su questo solo i casinò italiani che offrono poker (attualmente solo Sanremo) potranno dare degli standard una volta sentita l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che, intanto, sarà impegnata per riorganizzare la riapertura delle sale da gioco live dei concessionari autorizzati sul territorio. Fare delle ipotesi, adesso, è pressoché impossibile.

Per il poker live in generale la situazione non è rosea. Almeno da qui fino a marzo 2021, quando ci sarà il “tana libera tutti” e si potrà tornare (forse) ad una vita normale. Per le location frequentate dai giocatori italiani si aprono ancora altri scenari visto che, specie per la Slovenia e la Repubblica Ceca, bisognerà capire cosa decideranno anche altri due Stati Ue in base al termine del lockdown e alla riapertura. Anche in questo caso le ipotesi sono davvero poche e piuttosto difficili da calibrare.

In teoria i giocatori andrebbero distanziati al tavolo e quelli da nove-dieci seat diventerebbero al massimo 4 o 5 handed compreso il dealer. Al Casinò di Sanremo un torneo venne giocato così prima della chiusura e con chips sanificate, Amuchina al tavolo, guanti e mascherine. Pensare ad eventi (come a Rozvadov o al Perla Resort) con centinaia di players assiepati nella stessa room sembra davvero difficile in questo momento. Meno seat significa più dealer, più costi e il gioco subirebbe anche delle sostanziali influenze senza possibilità di aprire tavoli full ring. Stesso discorso per le aree cash game. E poi guanti monouso, mascherine e hand sanizer da dare in dotazione ai players sarebbe il minimo ma rappresenterebbe un ulteriore costo.
No, il poker live in questi mesi non se la passerà benissimo.

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