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Il poker live è ripartito a metà tra mega fake news e fanta-norme

25 maggio 2020 - 15:18

Il poker live nei club è ripartito ma a metà e soprattutto con una marea di fake news e fanta norme totalmente inventate: ecco come stanno le cose.

Scritto da Cesare Antonini

Il poker live, alla fine, è ripartito. Non in tutta Italia ma solo in alcune sale e, prevalentemente nelle regioni più colpite dal coronavirus. E questo è il primo fatto. Molti addetti ai lavori, comprese le principali sale d'Italia, hanno preso le distanze da alcune riaperture per il timore che qualsiasi controllo o fatto di cronaca potesse compromettere la ripartenza definitiva di tutto il settore. Noi torniamo a scriverci chiarendo in premessa per l’ennesima volta che in questa battaglia siamo sempre dalla parte del poker live e del gioco pubblico in generale che continua ad essere nel mirino di una discriminazione e di una demonizzazione senza precedenti.

Detto questo ne abbiamo lette di ogni in questi giorni. Cose senza senso e senza appiglio giuridico normativo. La più bella è di una certa “federazione” che avrebbe dato dei permessi “e basta con le polemiche”. Ci siamo resi conto che ci sia una grossa confusione nel settore e invitiamo chi organizza ad essere onesto coi suoi. Ricordando sempre che, ad essere in difetto, è lo Stato che non ha mai regolamentato il settore del poker live pur essendoci ancora in vigore una norma che attende da 11 anni il suo regolamento attuativo. Ci sono sentenze e precedenti nella giurisprudenza e c’è anche la componente di abilità che prevale sempre e comunque sull’alea. Ma bisogna sempre stare attenti perché a spaventare è l’ignoranza in materia dello Stato stesso.

Di castronerie, insomma, se ne sono sentite parecchie. Ma c’è stato anche chi ha ragionato molto bene e a questi operatori vorremmo che ci si appoggiasse per non rovinare tutto. Alcuni messaggi poco “subliminali” e assai diretti ad alcuni organizzatori hanno detto che i controlli ci saranno e che ci sarebbe stata anche una circolare che paventava una rappresaglia ben più dura a livello nazionale.

I discorsi stanno a zero. Siamo alle solite. Il poker live non è esplicitamente vietato a meno che non si trovi nella tabella dei giochi proibiti della Questura (anche se non è neanche in quella dei giochi consentiti) e alcuni locali potevano anche riaprire. E, attenzione, i Monopoli di Stato con la Guardia di Finanza, hanno controllato tutte le sale che offrivano gioco per ribadire il concetto che le gaming hall autorizzate dovevano rimanere chiuse e anche chi raccoglieva in questi giorni scommesse ha dovuto chiudere quel reparto ricevendo anche sanzioni salate.

Per cui, in caso di controllo, poi, il rischio c’è sempre.

In emergenza sanitaria, poi, la situazione è ancora peggiore. Distanziamenti e mascherine ok, così come sanificazione e altre misure che si possono adottare. Ma se tutti dovessero adottare la regola generale come ha fatto il Veneto, le carte da gioco sarebbero impossibili da utilizzare in emergenza sanitaria. Lo ha ribadito il professor Aldo Morrone, esperto che risponde alle domande dei telespettatori di Tagadà di La7 e la regola utilizzata nella Regione governata da Zaia è chiara: “È  vietato l’utilizzo di strumenti di gioco per i quali non è possibile una disinfezione ad ogni turno (es carte da gioco)”.
L’attesa e la prudenza, insomma, sono sempre la soluzione preferibile in questa fase anche se comprendiamo che anche questo tipo di giochi debbano ripartire perché c’è chi ci lavora e chi ha società, locali, aziende e affitti da pagare.

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