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Campione d'Italia senza casinò (e poker live) da due anni: il grande peso sulla coscienza di chi ha rovinato tutto

27 luglio 2020 - 16:17

Due anni senza poker live a Campione d'Italia e la storia del casinò che ritarda il suo lieto fine: nel triste anniversario il ricordo è per i cittadini e i dipendenti campionesi. 

Scritto da Cesare Antonini

Due anni senza casinò, due anni senza poker live a Campione d’Italia. Non potevamo esimerci dal rimarcare questa ricorrenza per rabbia, nostalgia, tristezza. Come ricordiamo su Gioconewscasino.it era il 27 luglio quando avvenne il lockdown della casa da gioco. I giorni, le settimane, i mesi e ora gli anni, sono passati inesorabilmente. E in maniera direttamente proporzionale, più passa il tempo, e più si riducono le speranze di vederlo riaperto.

In questi anni abbiamo avuto speranze zero. In tanti c’hanno chiesto un parere professionale o squisitamente personale avendo collaborato per tantissimi anni e con tutte le organizzazioni che hanno gravitato in quella struttura che ha toccato apici davvero irripetibili insieme agli anni d’oro di Sanremo nel poker live. Abbiamo sempre detto che qualche speranza si apriva, qualche progetto c’era, ma siamo sempre stati super scettici. Il Governo attuale che, sotto varie forme e in maniera cangiante continua comunque ad odiare il gioco legale, difficilmente avrebbe speso tempo e risorse per un casinò. Un tempio così imponente  del “maledetto gambling”. Ma siamo pazzi?

Il problema è che, viene da dire, alcuni politici locali se la sono cercata e se la sono anche voluta. Ricordiamo i tempi in cui si diceva: “Ma vedrai che non chiuderà mai un casinò statale”. Eppure l’effetto domino con la vicina Saint Vincent era davvero vicino e la crisi era stata aspra. I pozzi non sono mai senza fondo. Per definizione. Ma mai le gestioni pubbliche avrebbero consentito ai privati di salvare la struttura. Era invece preferibile sacrificare qualche costo, tagliare nettamente emolumenti e anche diritti acquisiti perché una struttura del genere doveva respirare, mettersi comoda qualche anno (parliamo di costi) e poi magri riprendere a correre con tutta un’altra capacità di generare ricavi e gestire le perdite. Ma era ormai troppo tardi e la barca prendeva acqua con i campionesi a gettarla nel lago con il secchiello da spiaggia.

Una storia brutta ma annunciata. E il lieto fine, ovviamente, ce lo auguriamo tutti. Ma anche adesso non siamo così ottimisti. Il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta può essere una speranza ma che succede se poi viene eletto Sindaco di Venezia? Guarda caso un’altra città che di gioco c’ha campato di rendita negli anni d’oro. E se dovesse arrivare un veto da parte di quell’area di Governo notoriamente contraria al gioco legale?

La speranza, prima che di rivedere una mega offerta di poker dal vivo in una casa da gioco da record in questo settore, è che i problemi si risolvano per le persone che ci lavoravano: tutti, in pratica. Perché “a novembre finirà l'erogazione dei sussidi di disoccupazione, poi vediamo cosa succede. Prima o poi qualcuno farà qualche follia. E, non a caso, per oggi non abbiamo previsto iniziative di sorta. Oggi si sta in lutto e si resta in silenzio. La vita nostra è quella dei nostri figli è completamente cambiata, la gente è depressa”. Le parole durissime di Caterina Ferrari, portavoce del Gruppo residenti di Campione d’Italia, ora confluito nel Comitato civico. Vogliamo chiudere così queste poche righe per un posto che abbiamo nel cuore. Dedicandolo alla gente e sperando che qualche coscienza (parliamo di gestioni prettamente politiche) si ricordi per sempre di cosa è riuscito a distruggere.

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