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Come per gli Scacchi anche per il Poker servirebbe una nuova spinta mediatica tra cinema e Netflix

23 novembre 2020 - 15:03

Anche il poker ha bisogno di una scossa come la Regina degli Scacchi su Netflix per il movimento della pedana bianco e nera. 

Scritto da Cesare Antonini

La Regina degli Scacchi sta scatenando numeri pazzeschi su Chess.com, sugli altri siti gratuiti della disciplina, e sono tanti gli utenti social che confessano di aver ritirato fuori qualche vecchia sedie di pedoni, torri e alfieri e si stanno ributtando nel praticare le aperture alla siciliana o chissà quale altra diavoleria nelle caselle bianche e nere. La riflessione che facciamo è piuttosto banale: quanto ne avrebbe bisogno il poker di una serie, di un altro film importante, magari dedicato al gioco online o ad una sfaccettatura che possa riproiettarlo all’attenzione generale e del grande pubblico? Inutile fare subito confronti tra i retaggi differenti delle due discipline col nostro poker sempre considerato dannato rispetto ad un gioco antico e affascinante come gli scacchi: lo sappiamo già che è totalmente differente. Eppure nel 2007-2008 e col boom del 2009-2010 se non giocavi a poker non eri degno di respirare la stessa aria dei tuoi connazionali. Ma noi siamo il Paese degli eccessi: dall’hold’em dappertutto al proibizionismo più duro e alla quasi rescissione del patto con Spagna, Francia e Portogallo della liquidità condivisa online promossa poi da noi stessi.

Tornando a “Queen’s Gambit”, l’effetto sul movimento scacchistico è dirompente. Chess.com ha avuto milioni di nuovi iscritti. Lo storytelling, la comunicazione che si può innescare dietro alle storie pazzesche di un settore, di una disciplina, possono essere molto più potenti dei migliori affiliate manager o di qualsiasi campagna di comunicazione o promo ingegnata dagli uffici marketing.

E quante sono le storie affascinanti di poker players in tutto il mondo? Ne abbiamo raccontate tantissime di storie e di materiale ce n’è a bizzeffe.

Purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito a format e copioni piuttosto deboli se non fuorvianti o fallimentari (il nostro Poker Generation su tutto) e tanti rinvii del sequel di Rounders, che ha senza dubbio rappresentato con maggiore potenza, quello che sta rappresentando la Regina degli Scacchi per il mitico gioco. Rounders 2 ormai ha pochissime probabilità di vedere la luce.

In questi giorni dobbiamo ringraziare Twitch e gli streamer sulla piattaforma in questione. Ma sappiamo che, nonostante i milioni di contatti raggiunti, per attingere a nuovi bacini di players bisogna andare su piattaforma molto più generaliste, dalla vecchia tv ora satellitare a Sky fino ai canali di distribuzione via streaming online, Netflix, PrimeVideo e altri simili. Proprio come “Quenn’s Gambit”.

C’è da fare i conti con i continui divieti per il gioco in generale, anche a livello europeo e internazionale. Ma per promuovere una disciplina cosa c’è di meglio di una bella storia da raccontare e di un’emozione dietro alla storia stessa?

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