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E se il 2021 ci portasse la liquidità condivisa di poker online? Ecco perché potrebbe accadere qualcosa

14 dicembre 2020 - 14:11

L'acquisizione di Lottomatica Scommesse da parte di Gamenet Group potrebbe aprire uno spiraglio per la liquidità condivisa di poker online. 

Scritto da Cesare Antonini

Un’altra considerazione scaturita dalla maxi operazione del mercato italiano del gaming, l’acquisizione dei due rami importantissimi di Lottomatica Igt da parte di Gamenet Group è quella sulla liquidità condivisa di poker online. Premessa: non è sicuramente il primo pensiero e l’asset principale di tutta l’operazione quello del poker ma ci sono alcune valutazioni da fare sulla base degli scenari che stiamo delineando su questo verticale di gioco. Ovviamente il tutto solo quando l’operazione andrà in porto e, cioè, nel primo quarter del 2021 e ancora più credibilmente nella seconda parte dell’anno.

Nessuno si offenderà se con l’addio di Lottomatica alla sezione digital qualcosa in più sul fronte della partecipazione al famoso accordo siglato a Roma nel luglio del 2017 con Francia, Spagna e Portogallo sulla liquidità condivisa si potrà fare. Del resto le dichiarazioni dei piani alti del management erano piuttosto chiare.

Come detto Gamenet ha il poker nel network di People’s Microgame e anche dalle parti di Benevento la liquidità condivisa non è mai stata vista di buon occhio.

Ben diverso sarebbe se il gruppo decidesse di scegliere la ‘terza via’ che indicavamo con la suggestione iPoker. I network Playtech hanno una liquidità attiva negli altri Paesi del mercato condiviso e sarebbe piuttosto naturale unire tutto e creare tornei e offerta di cash game molto più ricca e agile. L’apporto del mercato italiano sarebbe importante e tutta la condivisa gioverebbe di un boost importante anche perché i numeri del nostro Paese potrebbero crescere sfruttando anche l’onda dei lockdown di questo tremendo 2020.

Continuiamo a credere che la liquidità condivisa è l’unica soluzione per tenere vivo il poker online come gioco e provare ad arginare la fuga dei grinder ma anche dei recreational players attratti da room internazionali “dot com” sulle quali, è inutile negarlo, giocano in tantissimi.
L’appello ai governanti e all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è quello di prendere in mano la vicenda e ragionare con gli addetti ai lavori. I rischi che i detrattori del progetto paventano non esistono. Ad esempio, rischio riciclaggio? Non dovrebbe essere l’ideale avere una rete legale e tracciata da Adm e Sogei con concessionarie autorizzate dallo Stato? Difficile pensare al contrario.

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