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Germania, Svizzera e il nostro bando online, i Governi si impegnano per spingere i poker players verso il dot com

28 giugno 2021 - 17:01

I governi europei si continuano ad impegnare facendo leggi e provvedimenti che non fanno altro che spingere i poker players verso i mercati non regolati. 

Scritto da Cesare Antonini

Sta tenendo banco l’entrata in vigore del framework di gioco legale tedesco che avverrà il primo luglio, soprattutto per la sua tassazione iniqua. Nel fine settimana abbiamo accertato che la Svizzera riaccoglierà PokerStars con una licenza e non è una buonissima notizia per le vicine leggi di gioco regolate. E poi c’è il progetto di bando online di casa nostra che mette come base d’asta le concessioni a 2,5 milioni di euro e la cifra parla da sola rispetto a quello che stiamo per dire.

Tutti i governi sembrano impegnarsi per spingere i giocatori tra le braccia delle poker room senza licenza ottenendo in un colpo solo l’effetto opposto a quello che dovrebbe essere una regolamentazione del gioco online che presuppone alcuni capisaldi: protezione dei players, tracciamento dei flussi di gioco contro truffe e riciclaggio e, ovviamente, un valore economico da raccogliere per l’erario. Ah, dimenticavamo: non si combatte neanche la ludopatia in questo modo.

Si stanno impegnando, dicevamo, e rischiano di riuscirsi i nostri governanti.

Partiamo dalla legge tedesca: Egba e Dswv hanno spiegato benissimo come i conti dell’iniqua tassazione non tornano. Oltre al gioco fisico che sarà favorito da queste aliquote, anche per gli operatori online puri è uno scacco matto che il Governo regala agli operatori esteri dot com che, fino a poche settimane fa, operavano serenamente in Germania. E poi volevano anche prendere la licenza con entusiasmo!

Nel centro Europa, poi, avere una Svizzera in casa, in pratica, a due passi a molte regioni ricche e popolose, è una grossa preoccupazione. Erano tanti i players che si erano trasferiti lì per giocare sui dot com e la nuova legge cosa fa? Permette di giocare anche sulla room internazionale per evidenti problematiche di liquidità interna. Ma questo attrarrà nuovamente molti giocatori che potranno evitare lunghe trasferte esotiche per grindare online anche se la vicina Austria offre già ottime garanzie oltre allo 0% di tassazione sulle vincite da gioco.

In casa non possiamo di certo fare salti di gioia. Intanto è stato tutto prorogato fino al 2022 ma il bando online potrebbe anche non essere approcciato singolarmente e rientrare nel riordino voluto fortemente dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. La base d’asta, elevatissima, rischia di favorire una concentrazione non certo auspicabile per molti e per certi versi anche rischiosa per l’offerta di gioco.

Ma in Italia manca anche tantissimo il mancato accordo per la liquidità condivisa che era stato siglato a Roma qualche anno fa proprio con il nostro Paese promotore con Francia, Spagna e Portogallo. Se gli altri Stati potranno difendersi in qualche modo grazie alla condivisione delle pool, noi rischiamo di ripiombare in quella crisi e quel calo costante, mese dopo mese, anno dopo anno, che stava andando avanti nel mondo pre-Covid.

Possibile che serva sempre dover ripiombare nell’oceano dell’illegalità per capire che per fare una buona regolamentazione bisognerebbe ascoltare gli operatori e gli addetti ai lavori? Non perché si vuole mettere le mani su un business ma per rendere quest’ultimo sostenibile per players, aziende ed erario. E’ così difficile capirlo?

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