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Nel poker (A)Live non c’è traccia della liquidità condivisa

02 agosto 2021 - 08:09

Alziamo bandiera bianca? Il poker è destinato a svanire nel nulla con la speranza che non si ritorni in lockdown dove i conti di gioco dormienti si sono risvegliati producendo liquidità, premi e gioco.

Scritto da Cesare Antonini
Nel poker (A)Live non c’è traccia della liquidità condivisa

 

 

Nessun accenno alla liquidità condivisa nel nostro panel “Poker (A)Live” di Sbc Digital Italia. E nessuna citazione alla stessa neanche da parte di Agenzia delle dogane e delle monopoli e della politica intervenuta nell’evento organizzato da Sport Betting Community e Gioconews.it.

E perché, direte voi? La risposta non è semplice né secca. Possiamo subito asserire, comunque, che il tema è praticamente morto. Nei gangli della politica e forse neanche nel management delle concessionarie si trovano segnali di vita di un provvedimento fortemente voluto proprio dall’Italia e di cui stanno usufruendo gli altri Paesi firmatari, Francia, Spagna e Portogallo.

In realtà il direttore generale Adm, Marcello Minenna, ad una nostra specifica domanda rispose col suo solito pragmatismo “se il provvedimento è pendente e da ultimare cercheremo di completarlo”. Poi nulla più.

Se prima era un tema cruciale ora è quasi svanito anche dalle discussioni tra players e addetti ai lavori.
 
Alziamo bandiera bianca? Il poker è destinato a svanire nel nulla con la speranza che non si ritorni in lockdown dove i conti di gioco dormienti si sono risvegliati producendo liquidità, premi e gioco. Il livello di Ggr non è ancora drammatico anche se i dati dalle room ultimamente scarseggiano e abbiamo già perso in aprile 2021 il 50 percento della spesa dei mesi del boom del 2020.
 
L’ingresso nella condivisa (solo per una room e un network in realtà e poche altre situazioni) porterebbe una ventata di freschezza e volumi di gioco più che sufficienti.
 
Tuttavia a consolarci e a rinfrancare gli ascoltatori del panel deve esserci la consapevolezza e la maturità del management del poker online di oggi. Si è cresciuti, c’è maggiore consapevolezza (scusate la ripetizione) dei propri mezzi e c’è tanta esperienza. Ma ci sono anche ottime idee sul piatto. Perché no, anche imitando, rubando con gli occhi da altri mercati, da altre room. Del resto se non c’è innovazione il principio economico dell’imitazione e dell’emulazione, magari adattando il prodotto al mercato di riferimento, ci viene sempre in soccorso.
 
Il poker online non è morto, dunque. E per ora la liquidità condivisa lasciamola in una cartella del desktop, lì, da parte. Poi chissà.

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